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Julian Assange: un eroe
postmoderno?
Informazione è democrazia
Pagina pubblicata il 2 dicembre 2010 - note aggiunte il 6 ed il 7
Nota del 6 dicembre: accedere a Wikileaks
Il dominio wikileaks.org non
risulta più accessibile, essendo stato privato del servizio DNS,
vedere ad esempio la notizia su Yahoo.
Ma
non
è facile buttare fuori qualcuno da Internet, nemmeno per
le superpotenze. C'è ancora wikileaks.ch
e moltissimi altri mirror, listati ad esempio qui. Vedremo se
inserire la lista dei mirror anche su Eurinome.
Indice
Alla pagina indice sulla politica
internazionale
Aggiornamento 7 dicembre: Assange arrestato,
Paypal, Postfinance e Visa e Mastercard contro Wikileaks
Julian
Assange si è consegnato alla polizia britannica, per rispondere
alle
accuse a lui rivolte: stupro e molestie sessuali ai danni di due donne
svedesi. Non possiamo pronunciarci sul merito, anche se questa caccia
all'uomo globale, per i tempi ed i modi in cui è stata
scatenata, non
sembra avere a che fare con tali accuse, ma con la sua attività
giornalistica.
L'attacco alle fonti di finanziamento di Wikileaks, invece, dimostra
che USA e paesi europei violano i principi dello stato di diritto e
della libertà di informazione.
Per quale motivo mai Paypal non accetta pagamenti a favore di
Wikileaks? La banca svizzera Postfinance blocca il conto, i principali
circuiti di carte di credito rifiutano di gestire i pagamenti per
Wikileaks. Non risulta che vi siano provvedimenti giudiziari in merito,
quindi si tratta della pura e semplice sottomissione alle pressioni
governative. Si sta mostrando al mondo in modo assai evidente quello
che peraltro questo sito ha più volte denunciato: le
democrazie occidentali calpestano i propri princìpi
in modo clamoroso,
tanto che i regimi totalitari come la Cina possono ribattere alle
critiche dicendo che non fanno nulla di sostanzialmente diverso
rispetto a chi li accusa di violazioni dei diritti umani! C'è
ancora una differenza importante, ma ogni giorno ne viene erosa una
parte!
Abbiamo già segnalato che Wikileaks ha perso il servizio DNS, ma
è ancora accessibile su molti mirrors (nota ad
inizio pagina). Vale anche qui, come per l'aspetto economico,
l'evidenza di un boicottaggio generale che ritengo addirittura illegale.
Pensiamo piuttosto a come la guerra in Iraq è stata
scatenata sulla
base di pure menzogne,
come il famoso documento sbandierato da Tony Blair sulle armi di Saddam
Hussein, risultato essere un falso scadente. Nel 2004 abbiamo
pubblicato un'analisi puntuale. Qui
parliamo di chi scatena guerre, sulla base di menzogne. Chiamano Assange terrorista, ma che cosa sono
quelli che hanno causato la morte di centinaia di migliaia di persone,
in
maggioranza
civili, in Iraq ed in Afghanistan? Quelli che hanno
instaurato la tortura come mezzo standard non solo per ottenere
confessioni, ma semplicemente per annichilire umanamente i prigionieri?
Soltanto l'esistenza di giornalisti indipendenti che rischiando di
persona rivelano la verità può difendere la democrazia. I
cittadini devono sapere e poter giudicare, altrimenti le elezioni sono
solo un teatrino.
Assange è accusato di aver "messo in pericolo la vita di persone
nominate nei testi pubblicati" - ma non risulta un solo caso in cui
una persona abbia avuto conseguenze per il fatto di essere nominata
su Wikileaks. Quelli che lo accusano, invece, organizzano guerre in
cui le persone muoiono a migliaia, a centinaia di migliaia!
E poi parliamo di accuse affidate a semplici dichiarazioni, non ad
incriminazioni legalmente costituite! Assange non è accusato
formalmente di
nulla, per l'Interpol, salvo i due casi in Svezia, che non c'entrano
affatto con le rivelazioni di Wikileaks. Certo c'è
già chi dice
che si trascurano le accuse di tipo sessuale contro Assange, mentre si
dà peso al caso di Berlusconi. Ma è fin troppo evidente
la differenza:
da un lato un uomo ricercato da tutte le polizie del mondo, e ormai
già
arrestato, formalmente per reati sessuali ma evidentemente
perché rivela i segreti dei governi, un uomo che si è
deliberatamente esposto alla persecuzione sapendo di correre gravi
rischi - dall'altro un
capo di
governo tuttora al potere che fa della sua carica uno scudo contro le
accuse a lui rivolte. Tra l'altro nessuno accusa Berlusconi di crimini
a sfondo sessuale, le accuse formali contro di lui sono
strettamente legate alla sua attività di imprenditore e di
politico e coincidono con le sue responsabilità sostanziali.
E la commistione tra privato e pubblico nella sua attività
è tale che in nessun altro paese sarebbe ammessa, a causa delle
numerose
incompatibilità, o conflitti di interesse. La sua criticabile
vita privata viene messa in evidenza perché a chi deve governare
la nazione è giusto chiedere un comportamento consono al ruolo,
chi vuole governare deve accettare che la sua vita sia scandagliata,
è così che accade in una nazione ancora un poco
democratica. Assange si è esposto di persona facendo rivelazioni
che a lui personalmente non danno vantaggio - anzi gli causano rischi
seri, comprese minacce di morte da parte di parlamentari americani.
Tra l'altro le dichiarazioni di Sarah Palin ed altri politici americani
sembrano tali da costituire incitazione all'omicidio - in questo caso
però la libertà di espressione viene difesa...
Nulla di nuovo. Sapevamo tutto questo, ora però grazie ad
Assange
l'ipocrisia dei governi "democratici" emerge di fronte a tutti.
Democrazia e diritti umani sono diventate parole vuote, ormai. Assange
è a
tutti
gli effetti un dissidente del sistema occidentale, come il premio Nobel
Liu Xiaobo lo è per la Cina. Certo in Cina basta molto meno per
essere perseguitati, ma può ora l'Occidente dirsi tanto diverso?
Lo è ancora, direi, ma in che misura e fino a quando?
Se noi cittadini non difendiamo i principi
cardine della democrazia, la perderemo.
inizio
pagina
Le rivelazioni spaventano i potenti
I potenti del mondo, prima di tutto naturalmente gli americani,
sembrano veramente spaventati per le ultime rivelazioni di Wikileaks:
una grande
quantità di cablogrammi riservati della diplomazia americana, in
cui si affrontano le questioni di cui tratta normalmente la diplomazia.
Ovviamente fa paura che si sappia in pubblico che cosa riportano al
proprio governo i diplomatici, che nei messaggi riservati (non dire
"segreti") com'è ovvio si esprimono apertamente nel giudicare i
propri interlocutori e le situazioni politiche dei vari paesi.
La pubblicità di questi messaggi fa paura perché mostra
apertamente al grande pubblico come i potenti non si rispettino tra di
loro e quali siano i retroscena delle questioni politiche
internazionali. Insomma rivela inganni e sotterfugi, non compatibili
coll'essere esposti in pubblico anche soltanto per la loro
meschinità.
Vorrei ricordare che Immanuel Kant, nel suo libretto "Sulla pace
perpetua", mostra come la pubblicità sia appunto la
proprietà formale di ogni pretesa giuridica affinché
possa esservi giustizia. La formula trascendentale del diritto
pubblico è quindi: "Tutte le azioni
relative al diritto degli altri uomini, la cui massima è
incompatibile con la pubblicità, sono ingiuste".
Insomma, i potenti che hanno per loro scopo l'ingiustizia, per
instaurare
l'oppressione dell'uomo sull'uomo, non possono ammettere che le loro
motivazioni siano rese pubbliche! Ancora una volta il filosofo di
Koenigsberg ha saputo cogliere perfettamente il punto centrale della
questione, traducendolo secondo il suo metodo in una prescrizione
formale.
Oggi abbiamo Wikileaks che mette in piazza le meschinità della
diplomazia utilizzando i mezzi tecnici dell'era telematica, ma il senso
di tutto questo era perfettamente chiaro nel 1795: perché si
abbia giustizia occorre che non vi siano arcana imperii, che
tutto sia deciso e definito pubblicamente, che i governi abitino in
case di vetro!
La rivelazione di documenti confidenziali può essere considerata
una cattiva azione, ma tale non è se serve a svelare
ragionamenti e motivazioni recondite che minano alla base la
possibilità stessa di un mondo più giusto. Negli Stati
Uniti la figura del whistleblower, colui che dall'interno di
una organizzazione rivela in pubblico un cattivo comportamento fornendo
gli elementi per farlo cessare, fa parte della cultura popolare,
è rispettata anche se temuta da politici e dirigenti
d'azienda.
Kant è molto chiaro: se dici o fai qualcosa che ritieni non
si debba sapere, vuol dire che si tratta di qualcosa di ingiusto!
Parliamo chiaramente di parole ed azioni dotate di peso politico,
tali
da
poter
influenzare
l'andamento
delle
cose del mondo. Fino al
punto di modificare la sorte di milioni di persone, attraverso crisi
economiche, politiche distruttive e conflitti armati.
Parlando di democrazia abbiamo sottolineato (vedere ad esempio qui) come un
cittadino non possa esprimere alcun giudizio e quindi non possa
esercitare la sua sovranità se non dispone di informazioni
corrette e complete su ciò che accade. Democrazia
non
è
fare
le
elezioni, in un modo qualsiasi - è
dare
ai
cittadini
il potere effettivo di
cambiare il governo, e questo non
è possibile senza un'informazione libera!
inizio
pagina
Un eroe postmoderno?
Julian Assange, leader di Wikileaks, risulta ricercato nel mondo
intero. E' già stato accusato di aver messo in pericolo
collaboratori dei servizi segreti, rivelando i loro nomi, circostanza
tutta da verificare. Ma ora è ricercato per violenza sessuale, a
proposito di fatti che sarebbero avvenuti in Svezia. Significativo che
sia ricercato ora, che ha messo alla berlina la diplomazia americana,
mentre tutto taceva finché non era considerato pericoloso...
Leggendo titoli di giornali in cui si dice "ricercato in 188 paesi"
viene soltanto da pensare che ora abbia veramente spaventato alcuni
potenti. Se avesse commesso qualche reato grave l'avrebbero ricercato
prima, o no? C'è anche chi dice che sia sostenuto da avversari
dell'America, prima di tutto naturalmente la Cina. D'altra parte che il
governo cinese sia di natura totalitaria, nemico della democrazia in
ogni aspetto (repressione del dissenso, mancanza di libertà di
informazione, assenza del primato della legge...) è evidente,
non occorre che venga rivelato sulla base di documenti riservati. In
Cina anche le cose più innocenti e banali possono diventare
riservate. Comunque risulta che il sito di Wikileaks in Cina sia oscurato e
che i media non ne dicano nulla, il che non stupisce.
Viene usata dalla destra americana la parola "terrorista" per
definire Assange. Questa trita etichetta esprime bene il concetto:
infatti è usata contro chi non ci piace politicamente,
perché uno che sta dalla nostra parte e agisce nello stesso modo
è un "combattente per la libertà".
Non so se Assange sia un combattente per la verità e la
giustizia o un megalomane o un agente antiamericano, però questa
persecuzione globale me lo fa apparire un eroe, non un eroe
classico ma uno postmoderno, proprio di quest'epoca neomedievale.
Un po' grande e un po' meschino, misterioso quanto basta, magnificato
dall'inane persecuzione globale a cui lo sottopongono. La più
grande potenza del mondo contro un uomo solo. Come il cinese che
fermò i carri armati ponendosi di fronte a loro solo ed inerme,
a Tien An Men.
Chi ne esce veramente male è il grande parolaio, Obama, il
campione della libertà e della speranza indotto a scatenare la
potenza della nazione contro un singolo uomo. Il suo motto richiede un
completamento gattopardesco: Yes we can, sì possiamo cambiare
tutto affinché nulla cambi. Obama non ha realizzato nessuna
delle sue promesse, è il vero campione dello status quo. Non
per
nulla la sua diplomazia è guidata da Hillary Clinton, in piena
continuità con i governi del marito che, non dimentichiamolo,
furono coinvolti nella guerra del Kosovo,
motivo
primo
per
cui
è
nata
la sezione
politica di questo sito. La distanza tra le parole e le azioni di
Obama è tale da renderlo estremamente vulnerabile alle
rivelazioni...
Al di là di ogni altra considerazione, rispetto Assange
perché ha messo la sua vita sul piatto, rischia
di
persona. Non
manda avanti gli altri, come i potenti a cui si oppone mandano i
soldati a morire in guerre assurde sui cui motivi e circostanze le
rivelazioni di Wikileaks sono
preziose. Non dimentichiamo che su Wikileaks
hanno
rivelato autentici crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan,
attraverso testimonianze e filmati.
Ma quest'ultima ondata non fa grandi rivelazioni, è servita
soprattutto a mettere in mostra al grande pubblico quello che le
persone attente alle questioni politiche già sapevano benissimo,
notizie già pubblicate su Internet cento volte, ma sempre su
siti di un certo tipo, magari definiti "cospirazionisti". Assange ha
rotto le barriere, ha fatto vedere al grande pubblico un pezzetto
della squallida verità sul potere politico. Questo è
utile per la democrazia, dobbiamo essergliene grati. ll pubblico
è intontito da pseudoinformazione e trucchi dei media,
occorre spezzare questo incantesimo - e c'è qualcuno che ci
prova.
Alberto Cavallo
inizio
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