Home
| Scienza
| Filosofia
| Politica
| Collegamenti
| Diritti
di copia | Novità
ed aggiornamenti | Contatti
Lezioni da un anno poco bello
Considerazioni di fine anno 2007: tornare all'etica in politica!
Pagina pubblicata il 30 dicembre 2007
Indice
Alla pagina indice sulla politica
internazionale
Alla pagina indice sulla politica italiana
Un anno non bello rafforza una lezione sempre
valida
Il 2007 non è stato un bell'anno per il mondo, né per
Eurinome. Nel piccolo di questo sito è mancato al curatore il
tempo per sviluppare argomenti all'altezza del passato - ma Eurinome
non è una rivista, è un deposito di idee in cui
c'è anche posto per l'attualità, ma questa serve
soprattutto come spunto per sviluppare argomenti generali. Invito chi
visitasse il sito per la prima volta a non soffermarsi sulle
novità, ma a visitare soprattutto la sezione filosofica, che
costituisce il nucleo autentico di Eurinome. Grazie a Pietro Immordino
abbiamo comunque tenuto vivo il discorso sull'attualità, sempre
con spunti di riflessione piuttosto che semplici commenti a caldo o
notizie.
Nella tranquillità in cui ho deciso di passare gli ultimi giorni
dell'anno, mi propongo ora di lasciare alcune considerazioni su fatti
di attualità del mondo, mentre preparo un intervento sostanzioso
su temi filosofici, sulla cui data di uscita per ora non faccio
previsioni.
Mentre comincio a scrivere questa nota, il mondo è appena stato
scosso dalla triste notizia dell'assassinio di
Benazir Bhutto, ex primo
ministro del Pakistan e attualmente leader del principale partito di
opposizione, avvenuto subito dopo un comizio elettorale. Il terrorismo
ed i complotti internazionali sono un nostro tema fin dalle origini, e
non possiamo fare a meno di commentare la notizia.
Gli altri grandi temi internazionali del 2007 che qui vogliamo
ricordare sono gli eventi
della Birmania, che non dobbiamo dimenticare, ed il rischio
di guerra con l'Iran. Su quest'ultimo approfondiremo meglio nel
2008. Per quanto riguarda l'Italia, il grande tema
è il vuoto politico associato al generale declino
del nostro Paese, declino evidente anche se la propaganda
governativa cerca di disseminare elementi di ottimismo (d'altra parte,
qualunque governo deve cercare di diffondere ottimismo - o no?).
Intanto è uscito il rapporto dell'IPCC, il comitato creato
dall'ONU sul riscaldamento globale, che ha sollevato un forte
allarme sui mutamenti climatici secondo loro dovuti all'azione umana,
mentre Al Gore ha ricevuto il premio Nobel per la pace per la sua
attività di sensibilizzazione sul medesimo tema. Di questo
argomento, oltre che di altri, tratta ampiamente il numero unico del
2007 di TDF -
Tecnologie di Frontiera, la rivista web dove troverete anche
due articoli del sottoscritto.
Da tutti gli eventi negativi di quest'anno mi pare emergere con forza
una lezione universale: che le cattive azioni portano cattivi frutti, e
che in tutti campi ma soprattutto in politica occore sfatare il mito
del "realismo", forma attenuata del machiavellismo. L'etica non
è soltanto doverosa, è la guida per un
futuro migliore per tutti.
inizio pagina
Il Pakistan dice addio ad una grande donna
Benazir Bhutto è morta, uccisa da uno o forse più
attentatori suicidi. La sua carriera politica,
la più brillante al mondo per una donna mussulmana, l'unica ad
essere stata a capo del governo del proprio Paese, si è conclusa
tragicamente. Questa fine la rischiara con la luce del
martirio, dopo le innumerevoli ombre che l'avevano almeno toccata.
Non possiamo dimenticare che lei stessa, così come l'attuale
presidente Musharraf, tenne sempre un atteggiamento ambiguo verso
l'estremismo mussulmano, contribuendo a produrre ed accrescere quella
situazione di terribile instabilità ed incontrollabilità
che oggi rischia di esplodere nel modo più violento nel suo
martoriato Paese. Tuttavia è giusto oggi riconoscere che la
signora Bhutto ha mostrato un coraggio leonino nell'affrontare la
campagna elettorale con la perfetta consapevolezza di essere in
pericolo di vita, provata a maggior ragione dall'attentato fallito con
cui è stata accolta appena arrivata. Non siamo di fronte ad un
evento tragico ma inatteso,
bensì ad una morte preannunciata dalla stessa vittima. In questo
articolo, tradotto da La Repubblica, troviamo la denuncia, riferita
al precedente attentato fallito, fatta da lei medesima.
Ora il mondo si accorge della tremenda e temibile instabilità
del Pakistan, unico Stato mussulmano dotato di armi atomiche. Si
teme tanto l'atomica iraniana, puramente ipotetica e a detta degli
stessi servizi segreti americani tutt'altro che prossima alla
realizzazione, quando uno Stato fortemente instabile, sede dichiarata
dei principali movimenti estremisti antioccidentali, tra cui la stessa
fantomatica al-Qa'ida (i cui leader, se esistono e sono vivi, sono nel
suo territorio), è ufficialmente dotato di oltre 50 bombe
atomiche nonché di missili per lanciarle sui bersagli!
Non dimentichiamo che l'estremismo qaidista è il risultato di un
piano congiunto di Stati Uniti e Pakistan, realizzato negli anni '80,
per la creazione di una forza terroristica mussulmana antisovietica da
impiegare prima di tutto in Afghanistan e poi dovunque servisse - in
particolare nella ex Jugoslavia in funzione antiserba, prima in Bosnia
poi in Kosovo fino al 1999!
I patti col diavolo non danno mai buoni frutti. Sembra però che
i pii governanti americani, che citano Dio ogni dieci parole nei loro
discorsi, se ne dimentichino costantemente. E' giunta l'ora di
affrontare il problema sul serio: occorre chiudere con le
ambiguità e togliere ogni appoggio a chi fomenta il terrorismo,
a partire dall'Arabia Saudita. Si devono ripulire i servizi segreti del
Pakistan e degli stessi Stati Uniti da tutti gli elementi che
continuano a sostenere sottobanco i movimenti terroristici per contorti
fini politici.
Occorre un risveglio dei mussulmani, che si ribellino all'ipocrisia dei
bestemmiatori che uccidono invocando il nome di Dio! Tutti coloro che
amano la pace devono passare sopra le differenze religiose e unirsi nel
denunciare chi si serve della religione per giustificare guerre ed
azioni terroristiche.
In Occidente i politici che palesemente o segretamente hanno sfruttato
e continuano a sfruttare il terrorismo islamista come nemico di
facciata devono essere estromessi col voto dalle loro cariche, ed anche
sottoposti ad indagini dove si possano configurare complicità
attive o passive. Mi riferisco all'uso di formazioni terroristiche in
ex Jugoslavia nonché ai lati oscuri degli eventi dell'11
settembre 2001.
inizio
pagina
La Birmania oppressa
Il 2007 è stato anche l'anno in cui i monaci buddisti del
Myanmar (o Birmania che dir si voglia) sono scesi nelle strade e nelle
piazze per manifestare contro il regime militare che opprime il paese
dal 1962, quando il generale Ne Win si impadronì del potere con
un colpo di stato. Ogni volta che il regime ha allentato la presa,
l'opposizione guidata da Aung San Suu Kyi, figlia di Bogyoke
Aung San, il leader dell'indipendenza birmana assassinato nel 1947, ha
mostrato di essere maggioritaria, ma è stata repressa con la
violenza. Nel 1990 per l'ultima volta la giunta militare concesse lo
svolgimento di libere elezioni, che videro l'opposizione ottenere 392
seggi su 485 - e furono immediatamente seguite dalla ripresa del
controllo da parte dei militari.
Quest'anno non è andata diversamente. La pacifica protesta
guidata dai monaci è stata duramente repressa. Il regime
militare avversato dagli Stati Uniti, blandito dagli europei e dagli
indiani e sostenuto dai cinesi è ancora in sella. La situazione
della Birmania è meno tragica di quella del Tibet perché
quantomeno esiste un'indipendendenza di facciata, anche se il regime
pare sempre più una longa manus del rinato imperialismo
di Pechino. L'opposizione rigorosamente non violenta della Lega
Nazionale per la Democrazia guidata da
Suu Kyi e della maggioranza dei monaci non riesce a spuntarla contro la
violenza disumana del regime.
Per chi vuole documentarsi sulla Birmania, consiglio di leggere i testi
della stessa Aung San Suu Kyi disponibili in Italia, in particolare il
volumetto Liberi dalla paura - Sperling 2005, che raccoglie
alcuni scritti sulla storia e le caratteristiche del Paese, su suo
padre e la sua parte nella lotta per l'indipendenza, e poi saggi e
scritti vari legati alla lotta per il ripristino della democrazia,
intrapresa da Suu Kyi a partire dal 1988.
Si sente qui fortemente la mancanza di credibilità e di coerenza
dell'Occidente, che si dice fautore della democrazia, tanto da prendere
le armi per portarla in alcuni (sfortunati) paesi, ma quando si
tratta di sostenerla davvero pensa soltanto agli affari e si tira
indietro.
Si ripete il medesimo tema: l'adozione di una politica etica sarebbe
efficace globalmente, perché chi agisce conformemente ai propri
principi risulta efficace in tutte le circostanze, mentre chi agisce
secondo puri criteri di interesse economico o di potere finisce nel
lungo termine di fare il proprio stesso danno, oltre a causare
sofferenze negli altri.
Tutti si inchinano per ragioni economiche al sanguinario regime di
Pechino, che persegue la grandezza economica e politica nel modo
più disumano e spietato ma suscita ammirazione per la crescita
del suo prodotto interno lordo - ottenuta al prezzo di migliaia di
morti sul lavoro, peggio che nel più terribile incubo
ottocentesco della rivoluzione industriale fondata sul sangue dei
lavoratori, che ironicamente sarebbe simboleggiato dal rosso della
bandiera dei sedicenti comunisti che governano l'Impero di Mezzo
(traduzione letterale del nome cinese della Cina). Perfino i meschini
generali da operetta, che governano il mite popolo birmano con un pugno
di ferro sostanzialmente inetto ma comunque sufficiente, la passano
liscia,
perché il sostegno della Cina è sufficiente a scoraggiare
l'azione tanto dei pavidi e gretti europei quanto degli americani,
spavaldi solo
di fronte a chi è molto più debole di loro.
inizio pagina
L'Italia in declino
Perché parlare tanto di altre nazioni ed ignorare la nostra?
Ebbene, noi italiani amiamo lamentarci ed autoflagellarci, però
stiamo ancora molto bene rispetto alla maggioranza degli altri popoli.
Tant'è vero che molti stranieri s'affannano per venire a vivere
nel Bel Paese - salvo subire atroci delusioni, in casi frequenti.
E' però vero che il declino dell'Italia comincia ad essere
avvertibile. Uno dei fatti più recenti è il sorpasso da
parte della Spagna nel PIL pro capite. E' assolutamente vero che il PIL
non misura la felicità di un popolo, però il confronto
con la Spagna è molto significativo e va oggi tutto a favore dei
cugini e amici iberici. Siamo simili in molte cose, mediterranei e
latini nonché cattolici, ma gli spagnoli hanno una o due marce
in più in questo periodo. Soprattutto sono molto più
ottimisti...
Il governo Prodi ed in generale la maggioranza di centrosinistra sono
una cocente delusione per chi, come me, li ha pure votati. Non hanno
fatto nulla per rimuovere la legislazione prodotta nel quinquennio
precedente dal mitico Silvius pro domo sua. Ogni volta che provano a
correggere qualche situazione di privilegio o di inefficienza si tirano
prontamente indietro alla prima reazione di chi vede toccati i propri
benefici pregressi. Non sono stati capaci di imporsi nemmeno ai
tassisti...
La cosiddetta sinistra estrema si muove come se fosse all'opposizione -
del resto per forma mentale è capace soltanto di fare
opposizione. Il "bello" è che su alcune cose ha ragione.
Pensiamo al tragico incidente sul lavoro di Torino, che ha provocato la
morte atroce di 6 operai mentre un settimo è in condizioni
gravissime (poco dopo l'uscita di questo articolo è giunta
la notizia della morte del settimo operaio: ci uniamo alle condoglianze
e plaudiamo alla scelta del Sindaco di Torino di annullare i
festeggiamenti in piazza per il Capodanno, era ora di smettere con le
feste sempre e comunque) : è risultato che le misure di
sicurezza erano del
tutto inadeguate, tanto che si parla ormai di accuse di omicidio
volontario e non colposo nei confronti dei responsabili - confermando
le tesi dell'estrema sinistra sul deterioramento delle
condizioni di lavoro nell'industria.
Il nuovo Partito Democratico nasce nel peggiore dei modi, come una
struttura calata dall'alto da parte di una classe dirigente decotta e
scollata dalla realtà quotidiana degli italiani. Parallelamente
la Casa delle Libertà è... crollata, dato che gli altri
leader si sono accorti di essersi appiattiti su Berlusconi per troppo
tempo, mentre il Cavaliere non è certo pentito di essersi
appiattito sui suoi propri interessi.
Guardate bene: non c'è assolutamente la volontà di
riformare la pessima legge elettorale prodotta dal governo precedente -
soprattutto non intendono restituirci il piccolo potere di scrivere il
nome del candidato sulla scheda. Bene ha fatto Beppe Grillo a includere
nella sua proposta di legge di iniziativa popolare una norma a questo
proposito, pur nella consapevolezza che il provvedimento non può
passare in questo parlamento.
A proposito di Grillo, è stato definito antipolitico, eppure al
di là dell'uso di un'espressione triviale nel nome
dell'iniziativa, non ha fatto altro che applicare, lui sì, la
vituperata Costituzione di cui abbiamo celebrato i sessant'anni:
proponendo una legge di iniziativa popolare. Mentre i signori che
siedono in Parlamento non fanno altro che parlare di modificare una
Costituzione che hanno sempre impedito di applicare. Pensiamo alla
legge sulla stampa tuttora in vigore, che di fatto è in
contrasto con l'articolo 21 che proibisce ogni forma di autorizzazione
preventiva alle pubblicazioni. Il disegno di legge Prodi-Levi, contro cui mi sono schierato, cerca di
portare addirittura l'intero web sotto la cappa di una legislazione
ancora sostanzialmente fascista, proseguendo la linea del provvedimento
del 1992.
Tanto per cominciare, vorrei dire che la nostra sessantenne
Costituzione deve essere applicata, prima che modificata!
Ma non si deve semplicemente protestare, come se si trattasse di
ottenere l'intervento di qualcuno dall'alto che metta a posto le cose.
Questo è uno degli elementi più deleteri della
mentalità italiana, una
mentalità da sudditi e non da cittadini. Tocca a noi per primi
mettere
a posto ciò che possiamo, anche se sembra poco. La ricostruzione
dell'Italia e del mondo stesso non può che partire da ogni
singola persona.
Il miglioramento di noi stessi è fondamentale, perché
altrimenti
continueremo ad accusare gli altri (i politici per primi) ed a ricadere
nel cinismo del "tanto fanno tutti così" che fa il paio con "i
politici
sono tutti uguali". Non si tratta di diventare moralisti, ma di
costruire nella nostra mente una solida base di benevolenza e
altruismo, che ci renda impossibile fare i furbi a danno degli
altri singolarmente e collettivamente; su questa base potremo valutare
anche i politici con serenità e attenzione, guardando
obiettivamente
quello che fanno e non soltanto quello che dicono.
inizio pagina
La necessità dell'etica
E' un luogo comune dei commentatori politici che la politica non si
possa misurare con criteri etici, ma che si debba tenere conto del realismo
politico, che impone di adottare spesso comportamenti moralmente
reprensibili sia pure a fin di bene.
Questo luogo comune deve essere respinto nel modo più assoluto. Un'azione
contraria all'etica rimane sempre e comunque sbagliata e non dà
mai
buoni frutti. Il principio machiavellico che il fine giustifica
i mezzi è terribilmente sbagliato e vale esattamente il
contrario: è vero infatti che i
mezzi qualificano il fine. L'uso di mezzi immorali insomma
squalifica i propositi dichiarati da chi li adotta. Ad esempio, portare
la democrazia tramite la guerra è una contraddizione palese e
produce soltanto disastri. Questo non vuol dire che non ci si debba
adoperare per contrastare i regimi disumani, ma che non si deve farlo
in modo moralmente insostenibile. La guerra in Iraq è un ottimo
esempio. Ma andiamo a vedere i risultati di tutte le altre iniziative
belliche occidentali degli ultimi anni: non una sola ha dato luogo a
situazioni accettabili, dal Kosovo all'Iraq passando per Somalia e
Afghanistan. Ogni area dove c'è stato un intervento armato
è tuttora instabile ed il conflitto rischia di riesplodere anche
dove vige una certa calma. Le azioni riprovevoli compiute in passato si
sono tutte regolarmente ritorte sui loro autori, pensiamo al caso della
creazione di al-Qa'ida in funzione antisovietica da parte dei servizi
segreti americano e pakistano.
L'Unione Europea conserva ad oggi un certo capitale di
credibilità, forse immeritato ma reale. Sicuramente non è
bellicosa, per fortuna. Occorre che acquisti maggior peso politico e
persegua con chiarezza e coerenza una politica positiva di pace e
cooperazione tra i popoli anche verso l'esterno e non soltanto al
proprio interno. Non è facile, con interessi economici da
difendere da parte di ciascuno Stato membro e con governi inadeguati
come quello italiano - ed ora anche quello francese, con l'avvento al
potere del clone transalpino di Berlusconi. Per fortuna in Germania
abbiamo un Cancelliere forte e credibile come Angela Merkel -
sarà un caso che sia di estrazione culturale scientifica e non
giuridica? Anche Gordon Brown sembra un po' migliore di Tony Blair.
Certo il cattivo esempio è venuto dal Vaticano, con il Papa che
non ha ricevuto il Dalai Lama per non turbare i rapporti con la Cina. A
questo proposito, non nascondo che questa nota si ispira in molti
aspetti al discorso tenuto appunto dal Dalai Lama a Milano il 9
dicembre scorso. Si veda anche il mio articolo su TDF.
Ma tutto deve cominciare da noi privati cittadini. Tocca a noi per
primi non comportarci come non vogliamo che si comportino i politici.
So che questo è difficile per gli italiani, che sono tali e
quali i loro vituperati governanti. Dobbiamo smetterla tutti di evadere
o eludere le tasse, trascurare le norme e le leggi e fare i nostri
comodi ogni volta che non c'è il rischio immediato di essere
colti in fallo - e quando siamo presi, negare l'evidenza e addurre
tutte
le possibili (e anche impossibili) giustificazioni...
Due sono le esortazioni da rivolgere a tutti perché il 2008 sia
migliore del 2007: siate migliori nella vostra vita quotidiana,
rispettosi delle regole anche quando sono scomode, pazienti e benevoli
con tutti, e poi in politica non guardate appartenenze né
interessi di parte ma la sostanza di azioni e comportamenti dei
politici. Ce
n'è sempre qualcuno meno peggio degli altri, non seguite
bandiere e partiti ma cercate le persone un po' più
serie!
Che parliamo del mondo o soltanto dell'Italia, la via per il
miglioramento passa da ciascuna persona e l'antidoto al cinismo
è prima di tutto il rispetto e la benevolenza verso tutti gli
altri, connazionali e stranieri. L'azione collettiva, poi, si deve
muovere sugli argomenti importanti - pensiamo alla campagna mondiale
contro la pena di morte: essa agisce in generale contro
l'imbarbarimento e contro l'autoritarismo, producendo un effetto
generale positivo.
Ciascuno deve fondare i propri pensieri e le proprie azioni su una
salda radice morale, che non è il moralismo dell'additare colpe
e peccati e dell'applicare regole inflessibili, ma la costante
consapevolezza del principio etico di base che è l'equivalenza
del sé con l'altro, per cui ciò che vale per me
stesso deve valere per chiunque e qualunque persona è come me -
a cui si lega il principio generale dell'altruismo e della
compassione. Questa è in fondo la sintesi di quanto
insegnarono con parole diverse ma identico significato i grandi maestri
spirituali come Buddha Shakyamuni e Gesù di Nazareth. Su questa
base dobbiamo valutare ogni azione nostra, di chi ci sta attorno e
ovviamente dei politici. Se questi princìpi si diffonderanno,
allora il mondo sarà meno barbaro e più vivibile, se no
continuerà ad evolversi nel solito modo, di cui è inutile
lamentarsi se non si è pronti a fare qualcosa per cambiarlo.
Alberto Cavallo - dicembre 2007
inizio pagina
Tutti i contenuti del sito Eurinome.it sono pubblicati sotto una
Licenza Creative Commons, salvo
diversa indicazione.