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Complotti, complottismo, poteri segreti e segreti del potere
Considerazioni sul lato oscuro del potere
Pagina pubblicata l'11 agosto 2006
Indice
Note
Alla pagina indice sulla politica
internazionale
Guerra globale e complotti vari
Secondo il messaggio che i media ci passano ogni giorno, è
sempre in
atto nel mondo una lotta fra la democrazia ed il terrorismo,
il potere gestito apertamente dal popolo contro le forze occulte del
male che vogliono sovvertirlo per instaurare qualche forma di dominio
premoderno. Non per nulla su Eurinome.it c'è una sezione Guerra
Globale, di cui questo articolo fa parte. Inevitabilmente il tema
si
ricollega ad un altro a suo modo vecchio come il mondo: il tema dei
complotti e delle teorie su di essi. Questa guerra globale infatti non
vede come attori principali soltanto gli stati, ma anche organizzazioni
più o meno occulte, che hanno assunto il ruolo di protagoniste
modificando il concetto stesso di guerra. Sia quelli che sostengono la
visione della guerra al terrorismo, sia quelli che si oppongono
allo schema che ho presentato, non possono fare comunque a meno di
parlare di complotti.
Il tema dei complotti, però, è tutt'altro che nuovo. Il
termine complottista è stato recentemente
coniato, o forse riesumato, per designare coloro che vedono negli
eventi del mondo la presenza di trame segrete tessute da organizzazioni
e gruppi che operano dietro le quinte, che indirizzano e modificano
segretamente gli eventi, tracciando una storia del mondo del tutto
diversa da quella comunemente accettata. La storia stessa che
studiamo a scuola e gli eventi di oggi come ci sono riportati dai media
sarebbero in realtà soltanto una maschera, un velo di Maya che
copre la realtà dei piani oscuri di poteri occulti. Naturalmente
gli studiosi ed i giornalisti che sostengono la versione corrente dei
fatti accusano i complottisti di essere nel migliore dei casi
un po' matti, nel peggiore di essere cospiratori essi stessi, per
davvero, complici di quelle organizzazioni veramente oscure quali i
movimenti terroristici. Il termine complottista diventa
così una comoda etichetta da attaccare a chi si oppone alla
versione ufficiale degli eventi, o all'opinione corrente dei media
maggioritari.
Cerchiamo allora di far luce su questi concetti: complotto,
complottista, trame segrete. E parallelamente parliamo di
controinformazione.
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Indagare al di là dello schermo dei
media
Non vi è dubbio che riceviamo tutti ogni giorno enormi
quantità di informazioni, sia attraverso i mezzi propriamente
destinati a questo scopo, sia attraverso i media in senso più
generale: non soltanto giornali e telegiornali, ma anche spettacoli
televisivi in generale, cinema e perfino libri, per quelli che ancora
li leggono, e semplicemente il più primitivo dei media, il
passaparola o il sentito dire. Rispetto alle epoche passate, la
quantità di informazione è enormemente più grande,
eppure chi ci riflette anche soltanto un poco si accorge che la
sostanza veramente informativa di ciò che riceviamo è
molto scarsa. Crediamo di sapere quello che accade in tutto il mondo,
ma se mettiamo alla prova questa conoscenza scopriamo che è in
realtà superficiale e spesso fallace.
Ho fatto personalmente questa scoperta nel modo più drammatico
alcuni anni fa, quando scoppiò la crisi della ex Jugoslavia e
poi la guerra del Kosovo. Fino a quel momento avevo dubbi ed esprimevo
critiche nei classici contesti da chiacchiera al bar. Ma l'idea che si
stesse scatenando una guerra in Europa, in luoghi vicini, appartenenti
ad un paese confinante con l'Italia, un paese che avevo anche visitato,
mi colpì tanto da spingermi
a
raccogliere informazioni con tutti i mezzi. Proprio allora avevo aperto
il mio sito personale, per pubblicare alcuni miei scritti su temi di
filosofia e di scienza, e ormai conoscevo Internet piuttosto bene. Fu
così che l'embrione di Eurinome crebbe e si evolse in una
direzione inaspettata, come uno spazio importante dedicato alla
politica internazionale.
Mi convinsi allora, non sulla base di chiacchiere ma di un
approfondimento diretto sul tema della crisi jugoslava, che
effettivamente i media ci propinano in gran parte informazioni
incomplete, imprecise, tendenziose e sostanzialmente orientate in modo
propagandistico. La libertà di stampa, anche nei paesi
cosiddetti "democratici",
è in gran parte illusoria.
Internet dava e per ora continua a dare la possibilità
di accedere facilmente ad informazioni non filtrate e non gestite dai
grandi
conglomerati dell'informazione. Questo comporta anche la conseguenza
che molto di quanto si trova su Internet è pattume informativo
anche peggiore di quello degli altri media - ma è pattume
libero, nel senso che non è ancora tutto uniformato ed
indirizzato, quindi lascia la possibilità a chi vuole usare il
proprio cervello di raccogliere quel che si trova e valutarlo in modo
autonomo, individuando ciò che vale in mezzo alla confusione
suscitata dalla sostanziale libertà che ancora esiste. Del
resto, è possibile fare quello che ho fatto io per la ex
Jugoslavia: proseguire la ricerca al di là di Internet, cercare
notizie e testi in modo tradizionale. Libri e conferenze, perfino a
volte il cinema, consentono ancora di acquisire informazioni non
filtrate, mentre televisione e giornali sono fortemente influenzati dal
sistema globale dei media, anche senza volerlo (vedere
nota).
Eurinome è soltanto una piccola voce come le tante della Rete,
non diffonde informazioni di prima mano se non in casi rarissimi, ma
raccoglie dati e li interpreta
in modo, questo sì, originale. E' il prodotto di uno che per
professione fa altro
ma è appassionato di alcuni temi. Ovviamente tocca a voi che
avete la pazienza di leggere queste righe giudicare il valore di quanto
viene pubblicato.
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Il Grande Complotto
Quando si parla di complotti, ed in particolare di teoria del complotto
(conspiracy theory dicono gli americani, tra i quali i
complottisti sono numerosissimi) emerge immediatamente il tema centrale
del complottismo: che il mondo è governato da associazioni
segrete, forse solo una, forse più di una ma in accordo
reciproco, o forse almeno due in conflitto, e che comunque esiste un
Grande Piano che si snoda nell'oscurità dietro le quinte della
Storia, di cui un'organizzazione segreta suprema tira le fila. Possiamo
dare a questa asserzione il nome di tesi del Grande Complotto.
e potremmo chiamare grandi complottisti i suoi sostenitori.
Secondo questa tesi tutti gli eventi del passato e del presente, e si
suppone anche del futuro, sono dunque dettati da un grande piano
occulto, gestito da organizzazioni segrete nascoste una dentro l'altra,
facenti capo ad un vertice arcano ed occulto. Gli attori
della storia che noi conosciamo sono soltanto marionette i cui fili
sono tirati da questi signori dell'ombra.
Questa tesi è stata trattata in forma parodistica da Umberto Eco
nel suo astruso romanzo Il pendolo di Foucault. Lo
stesso Eco in qualche intervista usò l'espressione pensiero
pirla per definire la mentalità complottista, che
però aveva ritenuto di dover descrivere e a suo modo
sbeffeggiare in un romanzo così complesso e ponderoso.
I nomi che emergono quando si entra nel tema del Grande Complotto sono
quelli dei Templari, dei Rosacroce, della massoneria deviata e no, dei
Catari, ma anche di organismi facenti parte della
chiesa cattolica, dai gesuiti all'Opus Dei.
Il recente e discusso romanzo di Dan Brown, il Codice da Vinci,
non rientra propriamente in questo filone. Esso riprende alcuni temi
tipici del grande complottismo, ma parla di un'organizzazione segreta
che non cerca di dominare il mondo bensì soltanto di preservare
un segreto
di enorme importanza (per loro), combattuta da organismi cattolici che
invece
vogliono che quel segreto sia cancellato per sempre. L'atmosfera
è quella del grande complottismo, ma l'estensione del tema
è assai più limitata.
I grandi complottisti si dividono a proposito della natura del vertice
occulto: alcuni ritengono che sia una specie di cupola mondiale
della massoneria, altri nientemeno che una componente occulta
all'interno della
stessa chiesa di Roma. Ve ne sono alcuni che
vedono invece due vertici: i due che abbiamo nominato, visti come le
vere forze che si contendono nell'ombra il dominio sul mondo. Non
è difficile capire che i complottisti di matrice cattolica si
presentano come gli svelatori dei piani occulti della massoneria,
mentre i protestanti assumono la posizione opposta. Gli ebrei sono in
genere inseriti nel complotto, tipicamente come alleati della
massoneria.
Caratteristico di tutti i grandi complottisti è ricollegare
tutto ciò che sa di mistero alla stessa radice, mettendo insieme
gli elementi più disparati e collegandoli tramite il più
insignificante degli indizi, per mostrare che la trama è
comunque una sola. Naturalmente il complottista dipinge
l'organizzazione di cui parla come un potere malefico, nemico della
giustizia e della verità, a cui attribuire tutto ciò che
vi è di male nel mondo.
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Origine e motivazione delle tesi
gran-complottiste
Come nascono tesi che, francamente, alle persone di buon senso sembrano
soltanto deliri paranoici? Sicuramente vi sono persone che, a causa del
loro stato mentale, sono inclini a coltivare questo tipo di idee. Ma
sarebbe alquanto superficiale liquidare subito il tema come argomento
da psichiatri.
Le tesi del Grande Complotto hanno sostanzialmente questo schema di
base: c'è un potere malvagio che tenta di dominare il mondo
o addirittura vi sta riuscendo da sempre, e dobbiamo svelarne i piani
per liberarcene. Attenzione, la tesi non è totalmente falsa!
In ogni epoca
vi sono individui ed organizzazioni, palesi e segrete, che perseguono
il potere con ogni mezzo. L'aspetto patologico del
gran-complottismo consiste nel costruire il concetto di un'unica
organizzazione centrale a cui attribuire tutto il male del mondo,
rifiutando la complessità e l'articolazione dell'autentica lotta
per il potere. Si tratta di un'ipersemplificazione, che individua un
unico nemico a cui si attribuisce la qualifica di male assoluto,
anche in senso metafisico.
La teoria gran-complottista si concretizza poi in un'articolazione
di argomenti e tesi specifiche, i cui contenuti non sono inventati di
sana pianta ma contengono elementi di comune notorietà, se non
di verità. Da dove nascono questi elementi veritieri o
verosimili, o percepiti come tali?
La fonte primaria è la propaganda di quegli stessi
gruppi ed organizzazioni che perseguono veramente il potere. Se volete
fondare un partito avete due possibilità: individuare un ideale
positivo, un piano da realizzare, obiettivi da raggiungere, oppure
puntare sugli istinti del pubblico, sulle sue idiosincrasie, sulle sue
paure. Ugualmente, se siete un governante e volete rafforzare il vostro
potere in momenti di crisi, un buon metodo consiste nell'individuare un
grande nemico a cui attribuire tutto ciò che non va per unire il
popolo nella guerra contro di esso.
Nella mente di ogni essere umano c'è uno schema ancestrale, per
il quale l'umanità è divisa in due gruppi: Noi e
gli Altri. Per definizione gli Altri sono infidi, disonesti,
malintenzionati. In un contesto civilizzato, in cui può essere
troppo evidente che gli Altri, intesi come popoli, nazioni,
comunità, non sono poi così diversi da Noi, è
utile
inventarsi un complotto per ridestare lo schema e cavalcarlo verso la
conquista del potere ed il suo allargamento. Come disse Hermann Goering
(non cito a caso il numero due del nazismo), sia per una dittatura sia
per una democrazia per fare una guerra occorre convincere il proprio
popolo che c'è una minaccia incombente. Se non è palese,
che sia occulta!
La ferocissima persecuzione del popolo ebraico da parte dei nazisti fu
la conseguenza dell'applicazione estrema dello schema: esiste un nemico
che segretamente trama il nostro indebolimento e la nostra eventuale
distruzione - dobbiamo schiacciarlo prima che possa riuscirci. La presa
del potere da parte di Adolf Hitler avvenne tramite l'applicazione
implacabile e maniacalmente coerente di uno schema complottista, che
individuava nella presunta congiura giudeo-massonica mondiale
il nemico da distruggere. A guardare bene un grande complotto per
la presa del potere mondiale c'era davvero, ma era quello dei nazisti!
L'idea hitleriana si rifaceva, tra l'altro, ad un noto documento
chiamato Protocollo dei Savi di Sion. Si tratta di
un falso prodotto dai servizi segreti della Russia zarista (la
famigerata Okhrana) ai primi del Novecento. Il regime zarista
stava già traballando, per via della crescente diffusione delle
idee liberali e di quelle socialiste. La prima pubblicazione del
pamphlet è del 1903 - nel 1905 ci sarebbe stata la prima
importante rivolta contro il regime, che sarebbe poi caduto nel 1917.
Non fu dunque ottenuto il risultato voluto, ma si fornì
un'ulteriore arma ad altri che non mancarono di utilizzarla.
Il documento è un piano per l'instaurazione di un dominio
mondiale occulto
da parte dei capi segreti del popolo ebraico. Essi manovrerebbero
segretamente la massoneria e cercherebbero di distruggere l'occidente
cristiano tramite la diffusione delle idee liberali e socialiste.
Benché la sua falsità sia un fatto oggi scontato, tuttora
i gran-complottisti antisemiti se ne servono come strumento di
propaganda.
Ecco dunque l'altro risvolto delle tesi gran-complottiste: non il
prodotto di menti paranoiche, ma di metodi di propaganda tanto
spregevoli quanto purtroppo efficaci. Uno dei modi tradizionali per
conquistare, consolidare o ripristinare il proprio potere è
avere un nemico, ed in mancanza o forse preferibilmente inventarsene
uno. Questo significa creare consenso attraverso la paura dell'Altro.
Pensate a come oggi si coltiva la paura di una conquista dell'Europa da
parte del mondo islamico, anche tramite l'immigrazione clandestina.
L'operaio marocchino del cantiere di fronte a casa vostra viene
presentato come un nemico, un invasore, come accadeva al negoziante
ebreo nella Germania avviata verso il nazismo. Si conduce una campagna
di odio contro tutti gli immigrati, presentati come strumenti di un
disegno per impadronirsi del nostro continente. E' esattamente il
metodo dei nazisti.
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Poteri più o meno occulti
Potere e occultamenti
Se la teoria del Grande Complotto è palesemente assurda, e se
abbiamo rintracciato le origini di alcuni suoi risvolti
nell'attività propagandistica dei poteri palesi o di forze
eversive comunque non segrete, questo non deve portarci a pensare che
non vi siano lati occulti del potere.
Esiste il detto: "sapere è potere". Rovesciandolo, chi detiene
il
potere cerca di non far sapere agli altri ciò che non è
indispensabile,
per non mettere in pericolo la propria posizione. Da sempre chi
persegue il potere coltiva il segreto, allo scopo di prevenire le
insidie e di occultare i propri punti deboli. Il segreto è da
sempre strumento di dominio.
In un regime democratico, la corretta informazione è
fondamentale, perché il cittadino per poter esercitare il
suo
diritto di intervenire nella cosa pubblica deve conoscere tutti gli
elementi che gli servono per formarsi un'opinione e fare le sue scelte.
Perciò un sistema politico realmente democratico non può
che essere una casa di vetro, in cui tutti i processi decisionali ed
operativi si svolgono alla luce del sole e sotto gli occhi dei
cittadini sovrani. E' chiaro che questo in realtà non avviene.
Possiamo
anzi dire che la prima minaccia alla democrazia al giorno d'oggi
è appunto la mancanza di una libera ed ampia informazione
all'opinione pubblica di tutto quello che avviene nelle sedi politiche
ed in generale, addirittura, nella vita del paese e del mondo. Come
abbiamo visto più sopra, alla grande
quantità apparente di informazioni di cui disponiamo non
corrisponde affatto una buona qualità.
Il punto cruciale da comprendere è che i politici, e gli altri
personaggi di potere come i grandi imprenditori, anche nei
paesi democratici sono comunque persone che cercano il potere.
Se sono sufficientemente onesti, rispetteranno in buona misura le
regole
e le
istituzioni. Tuttavia non possiamo contare che lo facciano soltanto per
ragioni di principio, senza che si vigili sul loro operato. Per questo
motivo ogni costituzione democratica prevede controlli e bilanciamenti
dei poteri: nessuno deve essere messo in condizione di prendere su di
sé un potere eccessivo, tanto da poter minacciare la natura
democratica dello Stato. Per questo la funzione di rappresentante
eletto non esime nessuno dal rispetto della legge e dall'essere
sottoposto ad altri poteri dello Stato, ad esempio l'esecutivo (il
governo) non deve sfuggire al controllo del giudiziario (la
magistratura) su eventuali comportamenti illeciti. Chi afferma il
contrario, come un certo ex presidente del Consiglio italiano, non
è un democratico ma un aspirante dittatore populista. Del
resto, il medesimo personaggio dopo aver perso le elezioni ne ha
contestato
la legittimità, dimostrando chiaramente il suo totale disprezzo
per le regole e le istituzioni.
Lo scandalo del calcio
In questi
ultimi mesi (maggio-giugno 2006) l'Italia ha scoperto che il mondo
del
calcio era governato segretamente da una cricca di malfattori che
manovravano giocatori, dirigenti sportivi e arbitri in modo da favorire
i loro interessi, arrivando addirittura a determinare in modo
sostanziale i risultati sportivi. Ci è stato rivelato
che il mondo del calcio italiano realizzava niente meno che una
versione in piccolo del Grande Complotto: un gruppo che segretamente
manovrava ogni suo aspetto ai propri fini. Non i Templari né
l'Opus Dei, ma alcuni dirigenti sportivi ben noti esercitavano un
potere occulto estremamente efficace, scoperto grazie alle indagini
della Procura della Repubblica di Napoli, un potere che si estendeva a
tutto il mondo calcistico italiano.
D'altro canto, i medesimi personaggi si difendono dichiarando che vi
erano altri che tentavano di manovrare illecitamente risultati sportivi
e questioni economiche, e che il loro complotto era nato per
contrastare quell'altro! Ancora una volta, la verità sembra
essere che i complotti esistono e sono importanti, ma non ve n'è
uno solo.
Servizi segreti
Questo è il punto: se lasciamo da parte l'occultismo ed i miti,
dobbiamo però accettare che i complotti esistono. Non
dimentichiamo che ogni nazione, incluse quelle democratiche, ha servizi
segreti, che per definizione agiscono nell'ombra con metodi al
limite e spesso oltre il limite della legalità. Fino agli anni
Trenta del secolo scorso, gli Stati Uniti d'America non avevano un
servizio segreto, perché giustamente gli americani ritenevano
che un paese democratico non dovesse averne: come abbiamo detto sopra,
in democrazia si opera alla luce del sole, dunque si può avere
una riservatezza doverosa in certe attività come le indagini di
polizia, ma un servizio segreto vero e proprio parrebbe uno
strumento tipico dell'autoritarismo. Nel corso della seconda Guerra
Mondiale fu però istituito l'OSS (Office of
Strategic Services), ispirato al e dal famigerato Intelligence
Service
dell'Impero Britannico, al fine, si disse, di combattere meglio il
nazismo. Con l'avvento della guerra fredda nacquero la CIA, la NSA e
altri servizi segreti americani. Oggi con la guerra al terrorismo
si sono creati ulteriori organi segreti, ad opera del governo Bush. E'
da notare che il direttore dell'OSS, il generale Donovan, dopo la fine
della guerra mondiale si adoperò per far chiudere
l'organizzazione da lui stesso diretta, temendo che potesse diventare
una "Gestapo americana". In effetti l'OSS fu chiuso, ma fu aperta poco
dopo la CIA...
Insomma, gli USA hanno deciso che a certi principi di
democrazia si
deve rinunciare per essere più efficaci nella lotta contro il
nemico del momento. Questo argomento è usato dall'attuale
amministrazione per
ridurre i diritti stessi dei cittadini: intercettazioni di posta e
telefonate,
possibilità di detenzione illimitata senza processo per i
sospettati di terrorismo e così via. Recentemente la Corte
Suprema ha sentenziato l'illegittimità del trattamento a cui
sono sottoposti i prigionieri di Guantanamo, ed il governo ha dovuto
dichiarare (non so se attuerà l'intenzione) che finalmente
applicherà anche a loro i principi della Convenzione di Ginevra.
Si tratta di una vittoria del principio democratico ed una
dimostrazione di come stia finalmente sorgendo negli Stati Uniti una
reazione anche istituzionale ai metodi inaccettabili del governo Bush.
Tornando al tema, notiamo che i
servizi segreti, proprio perché agiscono segretamente anche al
proprio interno, sono difficili da controllare. Possono diventare, in
genere non soltanto nel loro insieme ma tramite sottosezioni al loro
interno,
strumenti di trame oscure per davvero, non al servizio del governo da
cui dipendono ma di gruppi di potere che possono essere di area
governativa o anche estranei. La storia recente dell'Italia ci consente
di ricordare alcuni casi di questo tipo, a partire dalla strage di
Piazza Fontana ed in generale dalla stagione della stragi e del
terrorismo degli anni '70, mai veramente chiarita.
Il caso del rapimento dell'imam Abu Omar occupa in questi giorni di
luglio le
pagine dei giornali. Sembra che si stia verificando un'inusuale
scaricabarile verso l'alto, che è giunto pienamente ai vertici
dei servizi segreti ed ora sta coinvoglendo il livello politico.
Potremmo scoprire che i servizi segreti sono stati fedeli al governo...
ma quest'ultimo invece si è reso responsabile di comportamenti
illegali.
Gli sviluppi dell'indagine della magistratura hanno rivelato che alcuni
giornalisti italiani erano al soldo dei servizi segreti (Sismi),
allo scopo di pubblicare notizie opportunamente manipolate; nello
stesso tempo altri giornalisti erano sottoposti a sorveglianza
occulta ed illegale da parte dei medesimi servizi. Si conferma
pienamente che i complotti esistono, che l'informazione è manipolata per davvero...
Crimine organizzato
Le organizzazioni del crimine sono altri enti occulti la cui
esistenza è nota ma l'attività è per definizione
misteriosa, almeno per quanto riguarda la gestione del loro potere
interno ed esterno, in particolare i rapporti con la politica. Il
semplice fatto che le mafie esistano e che notoriamente abbiano
relazioni con la politica e l'imprenditoria fa sì che l'esistenza
di un'attività complottistica a fini criminali non solo
sia sospettabile ma anzi certa.
Se consideriamo che è un fatto naturale che ogni persona ed ogni
organizzazione che abbia a che fare con un potere di qualche tipo sia
incline a mantenerlo e possibilmente accrescerlo, e che gli esseri
umani sono capaci di onestà e altruismo ma anche di
disonestà, violenza e sopraffazione, non si può evitare
che piccoli o grandi elementi operino costantemente dietro le quinte in
ogni campo dell'attività umana, per raggiungere i propri fini
tramite trucchi e complotti.
Tesi conclusiva
Qual è la differenza tra quanto andiamo dicendo ed il
gran-complottismo? Non dovrebbe
essere difficile capirlo: non si può sostenere che tutto quello
che accade è frutto di un colossale complotto ordito da una sola
o da pochissime forze oscure: ciò che vediamo è il
risultato di una molteplicità di fattori, che comprendono anche
svariati piani segreti orditi dai gruppi più diversi. La
realtà è complessa e caotica, ed i complotti sono parte
di essa. I potenti e gli aspiranti tali senz'altro complottano nei modi
più svariati, non unici né costanti, ma sempre presenti.
Se consideriamo che tutti noi siamo capaci di piccoli inganni, saremmo
ben sciocchi se credessimo che persone animate da una grandissima sete
di potere non facciano mai ricorso a sotterfugi. Quanto più
grande è la posta in gioco, tanto più chi la ricerca
sarà portato ad usare ogni mezzo per conseguirla. Governanti
pronti a scatenare guerre con migliaia di vittime dovrebbero ritrarsi
dall'idea di ricorrere al complotto ed all'inganno?
Le teorie del Grande Complotto sono esse stesse, abbiamo visto, il
prodotto di manipolazioni segrete che mirano a scopi ben precisi. Il
Grande Complotto fasullo nasce da complotti meno grandi ma reali, come
quelli della polizia segreta zarista o del partito nazionalsocialista
tedesco nella prima metà del Novecento. Ho detto meno grandi, ma
il regime zarista o quello nazista non erano certo cose da poco - i
complotti reali di Hitler hanno causato la più grande
tragedia della storia umana conosciuta. E le complicità segrete
di cui godette il partito nazista dovrebbero essere indagate, senza il
timore di giungere a scoperte scomode per personaggi potenti.
E' molto difficile orientarsi in quel che accade e trovare la chiave di
interpretazione degli eventi, di cui una parte consistente non ci
è nota. Ciò che abbiamo sono due strumenti: l'intuizione
e la ragione. La prima formula ipotesi, la seconda le verifica - non
è altro che il metodo scientifico, anzi se vogliamo il metodo
critico che chiunque dovrebbe adottare per comprendere il mondo.
Significa non credere nell'autorità ma nel proprio giudizio,
perché altro non abbiamo. Come si decide, infatti, a quale
autorità credere, se non col proprio giudizio?
Non facciamoci ingannare da chi sostiene che da noi c'è la
democrazia, quindi i complotti vengono sempre scoperti. La democrazia
che abbiamo è molto limitata, ed è costantemente
minacciata da persone senza scrupoli, tra cui includo molti personaggi
politici. Soltanto una costante vigilanza di tutti i cittadini, unita
ai meccanismi istituzionali di controlli e bilanciamenti di potere,
può salvarci. Badiamo bene, però, che i secondi, senza la
prima, non possono funzionare. Nello scorso mese di giugno un
referendum ha salvato l'Italia dalla
distruzione di molti di questi meccanismi protettivi, scientemente
progettata da persone che non amano affatto la democrazia vera.
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Il terrorismo islamico: un Grande Complotto?
Le maiuscole nel titolo non sono casuali. Pensiamo a questa tesi, che
ci viene proposta dai media quasi tutti i giorni: esiste
un'organizzazione chiamata al-Qa'ida (sul nome vedere la nota) capeggiata dallo sceicco Osama bin Laden,
che
organizza in tutto il mondo il terrorismo islamista, allo scopo di
ricreare un potere islamico unificato, un nuovo califfato, che
sottragga all'Occidente il dominio del mondo. Ogni volta che si parla
di atti terroristici, veniamo informati che il gruppo che li ha
commessi è ispirato, aiutato o affiliato ad al-Qa'ida. Ogni
volta che si parla di rischio terroristico la televisione ci dice che
al-Qa'ida è presente
o ha fatto qualcosa o si sta organizzando per fare qualcosa. Dicono che
abbia addirittura una flotta, ma nessuno sa dove sia (vedere Limes
4/2006, Gli imperi del mare, pag. 29). Viene data
un'enorme importanza alla sua presenza in Iraq: i media ci hanno
presentato l'ora defunto al-Zarqawi come un capo importante della
guerriglia
antiamericana in Iraq, salvo che la sua morte non ha cambiato
una virgola della situazione. Allora ci si dice che è già
stato sostituito. Secondo Musa al-Husayni, direttore della rivista
della resistenza irachena Sawt al-Haqq, intervistato da Limes (numero
6/2005 pag. 65) non si trovava neanche in Iraq e un comunicato
congiunto di varie forze guerrigliere irachene affermava che "l'uso del
suo nome e l'attribuzione a lui di attentati terroristici rappresentano
un gioco della CIA". Ora è stato ucciso in Iraq, quindi almeno
c'era, ma gli elementi disponibili indicano che il suo gruppo fosse
probabilmente il più sanguinario, non certamente il
più importante tra i movimenti di guerriglia che operano in Iraq.
In realtà non capita mai che un terrorista catturato si dichiari
membro di al-Qa'ida o che al Qa'ida rivendichi col proprio nome un
attentato specifico. Al Zarqawi stesso aveva una propria organizzazione
e ne cambiò il nome nel 2004 da "monoteismo e jihad" a
"al-Qa'ida in Iraq" per indicare l'affiliazione ad al-Qa'ida (una
fonte di esempio). Quello che accade poi è che compaiono
come dal
nulla e pervengono ad organi d'informazione cassette audio e a volte
video, in cui i presunti capi di al-Qa'ida pronunciano minacce o
comunque emettono proclami di guerra
ai "crociati" ed ai "sionisti". A questi messaggi viene dato un
enorme rilievo sui media, come se fossero appunto la voce del
vertice mondiale dell'Islam guerriero, mentre per quanto ne sappiamo
è soltanto la voce di un piccolo gruppo con scarsi legami col
resto del mondo del cosiddetto terrorismo islamista.
I media insinuano dunque, più che affermarlo,
che bin
Laden ed i suoi luogotenenti sono i leader di un movimento mondiale che
in qualche modo
ispira ed organizza tutti i più efferati atti terroristici di
matrice islamista. Per chi cerca di informarsi meglio, però, al
Qa'ida rimane un'immagine
sbiadita.
Compaiono, riferite agli atti effettivamente rivendicati da qualche
movimento, innumerevoli
sigle di organizzazioni dedite alla guerra santa islamista, i cui
nomi spesso sono difficili da distinguere perché molto simili,
in quanto contengono sempre i soliti riferimenti religiosi: termini
arabi che vogliono dire partito di Dio, guerra santa, purificazione,
guerrieri santi eccetera, ma al-Qa'ida mai, se non in seconda battuta:
nella rivendicazione si citano a volte i legami con bin Laden - ma non
ho potuto certo revisionare tutte le rivendicazioni per verificare.
Sarebbe interessante se qualcuno che ne ha il tempo ed i mezzi lo
facesse. Comunque è evidente che perfino nel caso di "al-Qa'ida
in Iraq" di al-Zarqawi non si trattava di al-Qa'ida ma di
un'organizzazione preesistente che aveva deciso di rifarsi ad essa per
sfruttarne la fama.
Secondo l'FBI, non esistono
prove che bin Laden sia coinvolto neppure negli attacchi dell'11
settembre 2001. Basta consultare la sua scheda di
ricercato su www.fbi.gov,
dove i fatti dell'11 settembre 2001 non compaiono tra le accuse che gli
sono rivolte formalmente. L'unico elemento che collega Osama bin Laden
all'11
settembre è una videocassetta di dubbia autenticità
trovata, si dice, in una casa diroccata in Afghanistan, in cui uno che
gli somiglia (ma neanche troppo) si rallegra del risultato ottenuto. E'
posizione ufficiale dell'FBI che non esistono elementi sufficienti per
formulare un'accusa utilizzabile in un tribunale contro bin Laden per
gli attacchi a New York e Washington dell'11 settembre 2001.
Nel 2005 la BBC ha trasmesso una serie di documentari intitolata The power of
nightmares (Il potere degli incubi), in cui si affronta
questo tema, mostrando come al-Qa'ida sia appunto un incubo più
che una realtà. Un'immagine creata insieme dagli estremisti
islamici e dai neoconservatori americani, ciascuno per il proprio
interesse di potere, appunto quello che ho descritto sopra: ottenere il
consenso tramite la paura.
La sensazione che ho è
che tutta la faccenda di al-Qa'ida sa
proprio di Grande Complotto, quello con la maiuscola. Che si sia creato
a scopi propagandistici un feticcio a cui attribuire ogni male, un
Potere Oscuro da sbandierare ogni volta che la tensione cala e risulta
difficile giustificare nuovi interventi militari. Uno sceicco anziano e
malato di reni, in dialisi, riesce a sottrarsi a tutte le ricerche
fuggendo in territori semidesertici... forse l'ultima volta che
è stato visto vivo non in videocassetta è stato quando
l'hanno curato in un ospedale militare americano. Se non
è Asimov (vedere la nota), allora
l'ispiratore è Ian Fleming, con i suoi
improbabili
miliardari (e Osama lo è, tanto miliardario quanto improbabile)
che tramano la distruzione del mondo ma finiscono per essere fermati da
James Bond (a proposito, dev'essere andato in pensione, perché
se no avrebbe già preso o annientato il malefico sceicco!).
L'episodio degli ultimi giorni, gli attentati sventati a Londra, non si
scosta dallo schema, lo tratto in appendice.
Se leggete questo
articolo di Repubblica, scoprirete che i servizi segreti italiani
diffondevano false notizie sull'esistenza di scuole di terroristi
legate ad al-Qa'ida a Milano! L'inchiesta sul caso Abu Omar ha portato
anche a queste rivelazioni.
Riassumendo, ci viene detto che dietro il terrorismo islamista
c'è un piano complessivo e c'è un'organizzazione che
segretamente manovra tutte le azioni terroristiche in una direzione ben
precisa. Dovunque ci sia terrorismo c'è in qualche modo la
mano di al-Qa'ida. Se non ci adoperiamo contro di essa, ne saremo
vittime. Tutti coloro che non sono a favore della guerra contro il
terrorismo sono alleati di fatto del Grande Piano di bin Laden. Questa
tesi vi ricorda qualcosa?
Non ho timore di affermare che il
movimento legato a bin Laden è un oggetto misterioso e
certamente è componente minoritaria nel mondo dell'estremismo
islamico. Il passato regime di Saddam Hussein non aveva nulla a che
fare con esso, l'Iran è suo nemico, anche Hamas non sembra abbia
nulla a che fare con al-Qa'ida. Eppure in ogni telegiornale al Qa'ida
viene citata come se fosse la principale organizzazione del movimento
estremista
dell'Islam mondiale, movimento che non sembra invece esistere come
organizzazione unitaria. Non è un caso.
Parallelamente impazza la propaganda di personaggi come Oriana Fallaci
e di movimenti politici come la Lega Nord qui in Italia (scusate, in
Padania), di movimenti equivalenti come il Fronte Nazionale di Le Pen
in Francia e perfino i neonazisti in Germania, secondo cui esiste un
piano islamico di conquista del mondo con tutti i mezzi, inclusa
l'immigrazione massiccia in Europa.
Lascio la questione al lettore: Questo è o non è
gran-complottismo?
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Chi sono dunque i complottisti?
Il termine complottista, come dicevamo all'inizio, è applicato a
chi crede nei complotti. Nella dialettica dei nostri giorni, serve
anche come etichetta insultante da attaccare a chi sostiene posizioni
fuori del coro. Chi si oppone alle versioni ufficiali su eventi
epocali, come ad esempio gli attacchi terroristici dell'11 settembre
2001, ad esempio. Si tratta soltanto, in questo caso, di un espediente
per svalutare l'interlocutore e metterlo in inferiorità. Lo si
accomuna ai paranoici che credono al complotto dei Templari e compagnia
bella, per dargli del matto e quindi evitare di rispondere alle sue
tesi.
In generale, l'uso di complottista come insulto è applicabile a
tutti quelli che, rendendosi conto dei meccanismi del potere e di
quelli dei media, manifestano scarsa fiducia nell'informazione
ufficiale e propongono interpretazioni dei fatti basate su motivazioni
di utilità e di potere anziché dei principi enunciati
ufficialmente. Nella politica tutti si ammantano di grandi ideali per
perseguire finalità spesso meschine - smascherarli vuol dire
fare il complottista, o almeno, come si dice da noi, il dietrologo.
Peccato che valga quanto detto dal sublime Giulio Andreotti, assolto
per prescrizione dall'accusa di associazione a delinquere per i fatti
avvenuti fino al 1980 e per insufficienza di prove per i fatti
successivi: a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Abbiamo visto però che cos'è e come nasce la teoria
del Grande Complotto: la creazione artificiosa di un grande nemico
occulto, utilizzata come spauracchio da poteri autentici per creare
consenso attraverso la paura.
E' tipico della dialettica propagandistica che si cerchi di ribaltare
le cose, chiamando complottisti coloro che non credono all'esistenza di
un Grande Piano islamista e si battono contro questa guerra al fantasma
di bin Laden. A me sembra assolutamente vero il contrario: complottisti
sono quelli che credono all'esistenza del grande piano islamico per la
conquista del mondo, di cui al-Qa'ida sarebbe il vertice e la
principale struttura operativa. I normali meccanismi dei media sono
sfruttati dai complottisti per diffondere questa tesi in modo subdolo:
citando al-Qa'ida ogni volta che si parla di terrorismo, si induce il
pubblico a credere che al-Qa'ida sia sempre coinvolta, anche quando non
c'è l'ombra di un indizio che lo sia. Un'abile compilazione dei
comunicati ufficiali unita al naturale servilismo di tanti giornalisti,
che in fondo prendono lo stipendio da pochi monopolisti
dell'informazione, ed il gioco è fatto. Se poi ci sono
giornalisti assoldati dai servizi segreti, come ora sappiamo...
Per fortuna c'è anche Internet.
11 agosto 2006
Alberto Cavallo
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Nota 1: il nome di al-Qa'ida
La grafia del nome è già un problema, si vedono varie
versioni, come al-Qaeda, al-Quaida, perfino al Queda.
La u dopo la q è fuori luogo perché nel
trascrivere l'arabo si usa la q per indicare la lettera qaf,
che è una k pronunciata con la lingua ritratta
indietro verso il palato molle (non soffocate nel tentativo) e non
c'entra con la nostra q sempre seguita da u. La e
di Qaeda serve ad indurre gli anglofoni a pronunciare i,
dato che i poveretti se vedono una i tendono a pronunciarla ai.
Il segnetto tra la a e la i, dove io metto un apostrofo
per evitare guai di visualizzazione, ma ci vorrebbe il segno dello
spirito aspro greco, rappresenta la consonante
araba 'ayin (fricativa faringale sonora per i fonetici). Per
chi ne vuole sapere di più, seguire
questo collegamento.
Ma a parte le facezie linguistiche, il nome dell'organizzazione
è strano,
perché a
differenza di tutte le
altre sigle del terrorismo di matrice religiosa non ha, in effetti,
alcun riferimento propriamente islamico. La Base, o la Fondazione...
non
suona islamico, almeno a me (mi smentiscano gli esperti). Come vecchio
appassionato di fantascienza, non posso fare a meno di collegare il
titolo "Foundation" al più famoso ciclo di romanzi
fantascientifici di tutti i tempi, il ciclo galattico di Isaac Asimov
(i titoli italiani dei romanzi sono stati cambiati nelle prime
traduzioni, il primo romanzo della serie si intitola appunto in inglese
Foundation
ma in italiano Cronache della Galassia). Ma dicono che la
traduzione in arabo del ciclo di Asimov esiste e il primo romanzo si
intitola appunto al-Qa'ida! Un momento, di che cosa parlava
Asimov?
Due organizzazioni, chiamate le Fondazioni, sono create per
governare la fase della caduta e della successiva ricostruzione
dell'Impero Galattico. Una è palese ed opera come potenza
politica e militare, l'altra occulta lavora dietro le quinte per
gestire segretamente il grande piano.
L'ideatore di tutto è un matematico di nome Hari Seldon, che ha
costruito in ogni dettaglio un piano millenario per la ricostruzione
dell'Impero, basato sulla teoria della psicostoria, cioè
dell'interpretazione della psicologia umana collettiva tramite la
matematica, fatta allo scopo di
prevedere e pilotare gli eventi. Ogni volta che si giunge ad un punto
cruciale, ad una svolta del piano, immediatamente dopoi fatti compare
al pubblico una registrazione
video in cui Hari Seldon spiega l'evento.
Un'organizzazione in parte palese in parte occulta che pilota la storia
tramite mezzi fisici e psicologici... un capo quasi mitico che compare
in videocassetta ogni volta che c'è stato un evento
importante... accidenti! Se soltanto il vecchio Isaac fosse vivo e
potesse dire la sua! Tra i vari metodi usati dalla Fondazione per
pilotare la storia c'è nientemeno che la creazione
di una religione di cui il territorio stesso della Fondazione
costituisce il luogo sacro. Non voglio dire che questa non possa essere
una coincidenza, però è interessante.
Questa non è una mia scoperta, si trova in un articolo
del Guardian del 2002.
Secondo l'ex ministro britannico Robert Cook, che ha scritto un altro
articolo per il Guardian, che
trovate qui,
al-Qa'ida si deve invece tradurre "il database", nel senso che sarebbe
semplicemente l'elenco dei terroristi islamici assoldati dai servizi
segreti americani per combattere in Afghanistan contro i sovietici.
Cito direttamente le parole dell'esponente politico britannico,
ministro degli esteri del governo Blair fino a quando non diede le
dimissioni perché non condivideva la scelta di portare guerra
all'Iraq:
"Al-Qaida, literally "the database", was originally the computer
file
of the thousands of mujahideen who were recruited and trained with help
from the CIA to defeat the Russians. Inexplicably, and with disastrous
consequences, it never appears to have occurred to Washington that once
Russia was out of the way, Bin Laden's organisation would turn its
attention to the west". [Al-Qaida,
letteralmente "il database", era originariamente l'archivio su computer
delle migliaia di mujahiddin che furono reclutati ed addestrati con
l'aiuto della CIA per sconfiggere i russi. Inesplicabilmente, e con
disastrose conseguenze, sembra che non sia mai venuto in mente a
Washington che una volta liquidata la Russia, l'organizzazione di bin
Laden avrebbe rivolto la sua attenzione all'ovest.]
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Nota 2: i metodi del giornalismo
propagandistico
E' importante che cerchiamo di imparare quali sono i metodi del
giornalismo parziale e propagandistico, per sapercene difendere.
Come hanno fatto a convincere tanta gente che al-Qa'ida è
così importante e pericolosa, senza nemmeno affermare vere e
proprie falsità su di essa? E' semplice: ogni volta che si
dà notizia di un atto di terrorismo, si fa in modo che
immediatamente dopo compaia una citazione su al-Qa'ida. Ad esempio al
telegiornale ci sentiamo dire:
"Strage a Baghdad. Un'autobomba è esplosa nel quartiere di X,
causando Y vittime. Le forze della coalizione segnalano attività
di al-Qa'ida nella zona". L'accostamento è del tutto arbitrario,
perché non esiste nulla che consenta di attribuire l'attentato
ad al-Qa'ida, né questa attribuzione viene dichiarata.
Semplicemente si accosta il nome di al-Qa'ida ad un fatto, senza
affermare nulla a proposito di un legame. Si dà soltanto una
notizia vaga e non impegnativa. Ma lo spettatore ignaro
ricorderà il nome di al-Qa'ida accostato al fatto
dell'attentato, e successivamente non ricordando le parole esatte
dell'annunciatore gli resterà vagamente in testa che al-Qa'ida
ha colpito a Baghdad, anche se nessuno l'ha detto.
Dopo cento episodi di questo tipo, il pubblico crederà
fermamente che al-Qa'ida compie quasi tutti gli attentati, anche se non
è mai stato detto. Per fare un altro esempio, tuttora moltissimi
credono che vi sia stato un coinvolgimento del dittatore iracheno
Saddam Hussein negli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001,
anche se nessun organo ufficiale l'ha mai sostenuto seriamente, neppure
i governi che hanno voluto l'invasione dell'Iraq. Semplicemente il suo
nome veniva "casualmente" accostato ad ogni notizia sul terrorismo,
fino a far credere che fosse coinvolto, senza che mai lo si dicesse
esplicitamente. Provate ad ascoltare le esatte parole usate alla radio
ed in televisione - con la seconda, non fatevi distrarre dalle
immagini, che non sono praticamente mai relative alla notizia,
ma quasi sempre soltanto di repertorio. Oppure guardate le
immagini con attenzione e cercate di capirne il senso senza distrarvi.
Avrete sorprese interessanti.
Faccio un esempio su un altro argomento, su cui ho competenza
professionale. In Italia non è praticamente possibile installare
torri di raffreddamento a tiraggio naturale per qualsivoglia impianto
energetico. Capirete subito che cosa sono: quelle strutture che
sembrano camini molto ampi e svasati, da cui esce un "fumetto" bianco
(in realtà vapore d'acqua), che vi fanno vedere in televisione
ogni volta che parlano di energia nucleare. E' un altro caso di
condizionamento del pubblico: mostrando per decenni quel tipo di
struttura ogni volta che si dava una notizia di argomento nucleare, si
è indotta l'intera popolazione a credere che quello sia
l'aspetto delle centrali nucleari. Quindi un ingegnere non può
sognarsi di usarle per impianti di nessun tipo, intendo dire anche
quelli che
non c'entrano niente con le centrali nucleari, perché la gente
ne ha paura. In questo caso si tratta probabilmente di un effetto non
voluto da nessuno, prodottosi casualmente - ma ovviamente se ne
può trarre spunto per utilizzare lo stesso effetto in modo
deliberato.
C'è un complotto giornalistico mondiale, allora? No, non
è necessario. Le fonti di cui si servono televisioni e giornali
a proposito dei fatti di cui parliamo sono poche, in pratica soltanto
le grandi agenzie giornalistiche ed i portavoce di governi e altre
istituzioni. Già a quel livello si procede a confezionare la
notizia in modo tendenzioso. Sarà l'ufficio stampa delle
forze militari americane a Baghdad che formulerà la notizia
dell'attentato nel modo che abbiamo descritto, contando che venga
riprodotta senza sostanziali modifiche. Per questo i giornalisti
indipendenti non sono graditi nei teatri operativi: possono raccogliere
informazioni di prima mano, saltando il filtro degli organi ufficiali e
delle agenzie. Il numero dei giornalisti feriti, rapiti, uccisi nelle
zone di guerra è altissimo - soltanto gli "embedded",
cioè quelli integrati nelle forze armate coinvolte, si salvano
regolarmente.
D'altra parte, la magistratura italiana ha scoperto che il Sismi
reclutava
giornalisti per pubblicare notizie false o manipolate, e addirittura li
inviava ad intervistare i magistrati coinvolti nell'indagine. Mentre
altri giornalisti, in particolare quelli di Repubblica, erano
sottoposti ad intercettazioni telefoniche illegali...
Lungi dal denigrare la categoria in generale, qui ci troviamo a dover
elogiare il coraggio di tutti i giornalisti che fanno il loro lavoro
andando a cercare le informazioni alla fonte, invece di ripetere
comunicati di agenzia o di ufficio stampa tutt'al più con
qualche infiorettatura, e di cercare la verità rischiando di
persona.
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Appendice: bibite esplosive da Londra agli
Stati Uniti
Il 10 agosto 2006 abbiamo assistito ad un nuovo episodio dello
psicodramma della cosiddetta guerra al terrorismo.
A Londra, affermano le fonti ufficiali, è stato sventato un
piano che
prevedeva di far esplodere in volo numerosi aeroplani, decollati
dalll'Inghilterra, sopra
città
americane. Gli aeroporti inglesi sono nel caos, non è più
consentito portare bagagli a mano tranne documenti personali,
medicinali con ricetta, occhiali senza custodia (sic!) e alimenti per
neonati, questi ultimi a condizione che la madre li assaggi davanti
alla polizia.
Si afferma che i terroristi intendessero portare a bordo degli aerei
sostanze esplosive liquide, o meglio i loro componenti separati, da
mescolare in volo per produrre l'esplosivo vero e proprio, che sarebbe
poi stato innescato con dispositivi elettronici come lettori MP3 o
altri (telefoni cellulari?).
Le notizie che ci giungono rispettano il solito canone: una valanga di
comunicati a forte contenuto emotivo, pochi fatti concreti. Le
autorità parlano di minaccia senza precedenti, possibili perdite
umane in numero inaudito, ma non ci spiegano alcun dettaglio di quanto
è realmente accaduto, o non è accaduto.
Non si sa di che esplosivo potesse trattarsi. Si intervistano esperti
che affermano che è possibile fare esplosivi liquidi con
sostanze comunissime, ma si guardano bene dal fornire il minimo
particolare, evidentemente per evitare emulazioni... Però si
potrebbe almeno dire il nome tecnico dell'esplosivo: chi sa che
cos'è capisce, ma chi non ne sa nulla certo non impara a farselo
in casa. La Repubblica parla di nitroglicerina, il che è
ridicolo. Il procedimento per fare la nitroglicerina si dà il
caso che io lo conosca, effettivamente parte da ingredienti abbastanza
banali, ma
non mi vedo un giovane terrorista produrre nitroglicerina nel bagno di
un aereo, ci vuole comunque un piccolo laboratorio chimico, non si
tratta di prendere due liquidi e mescolarli insieme così
semplicemente - e poi anche se ci provasse e ci riuscisse farebbe
probabilmente scoppiare subito il primo piccolo quantitativo prodotto.
Gli esperti parlano poi di perossidi, come il TATP, che si potrebbe
produrre mescolando liquidi, ma ottenendo un solido che poi deve essere
essiccato. Ed è un esplosivo difficile da innescare. Altri
parlano di esplosivi commerciali a base liquida ma non dicono quali
siano (io so che ci sono i combustibili per razzi, ma quelli al
mescolamento dei componenti si accendono immediatamente e non sarebbero
adatti allo scopo, a parte ustionare il terrorista non farebbero
altro).
Ma le autorità non sanno di quale esplosivo si trattasse? Non
è grave dirne il nome, non basta sentire il nome di una sostanza
per imparare a produrla.
Poi c'è la questione di come far precipitare l'aereo. Si suppone
che il terrorista portasse appena un paio di bottigliette sull'aereo,
producendo quindi una quantità molto limitata di esplosivo. E'
vero che gli aerei sono pressurizzati e una piccola esplosione
può causare seri danni, tuttavia non c'è garanzia che
precipiti per una bottiglietta di esplosivo, privo di un contenitore
robusto che aumenti l'effetto dello scoppio e detonato poi
chissà dove... quantomeno occorrerebbe applicarlo ad un
finestrino prima di farlo scoppiare. Immaginiamo la scena: un giovane
pakistano va in bagno con due
bottigliette, ci si chiude dentro per un bel po' ad armeggiare,
formando una coda di persone in attesa fuori. Improvvisamente,
supponendo che sia riuscito a produrre l'esplosivo ed a predisporre
l'innesco senza che gli esplodesse il tutto in mano, esce
urlando con la sua bomba improvvisata e cerca di appiccicarla ad un
finestrino, facendosi strada tra la gente che cerca di andare al
cesso... un piano del genere può fallire in tanti modi diversi.
Si dovrebbe pensare a parecchi terroristi impegnati su ciascun aereo,
di cui più di uno con le bombe improvvisate. E altri complici
armati di taglierini di plastica?
Come al solito il pubblico viene trattato come se fosse composto di
bambini deficienti. Non ci si dà alcun elemento salvo proclami
roboanti e si pretende che ci crediamo e ci sottoponiamo a controlli
ridicoli. Ci è stato mentito tante volte che non possiamo
credere a storie come queste senza che ci siano forniti dettagli
verificabili. E' credibile che ci siano molti giovani pronti a
compiere atti terroristici contro Stati Uniti e Regno Unito, ma la
vicenda specifica rimane altamente sospetta, in particolare la
serietà
della minaccia sembra tutt'altro che certa. Come al solito, occorre
cercare la verità frammento per frammento leggendo fra le righe
di quanto viene pubblicato.
Possiamo infatti capire che molti giovani possano essere stati
reclutati da cellule terroristiche, visto che l'Occidente sta
conducendo guerre in paesi islamici (Afghanistan, Iraq, Libano). Le perdite
umane straordinarie avvengono ogni giorno:
in Iraq, in Libano. Anche in Israele, naturalmente. Le azioni di guerra
antiterroristica intraprese da USA, UK e Israele si dimostrano
ogni giorno più controproducenti, fomentano il terrorismo invece
di combatterlo. Ogni bambino libanese morto per una bomba israeliana
porta un carico di odio contro Israele ed i suoi alleati, che produce
nuovi terroristi pronti a tutto. Il male produce il male, la violenza
produce la violenza. Israele in Libano sta seguendo i soliti principi
della strategia americana: distruzione delle infrastrutture (strade,
ponti, aeroporti, centrali elettriche), attacchi a presunti obiettivi
militari che spesso invece non lo sono, uso della forza aerea dove
questa è totalmente inefficace. Non per nulla i lanci di missili
su Israele sono via via aumentati, nonostante l'offensiva contro le
postazioni di Hezbollah.
Ci si meraviglia che qualcuno voglia attaccare a casa loro Israele ed i
suoi alleati, che da parte loro si ritengono autorizzati a bombardare
ed invadere chi vogliono e quando vogliono?
Che però il piano che ci è stato descritto fosse davvero
così minaccioso, si può senz'altro dubitare. Ha invece
tutte le caratteristiche di un'operazione PsyOp dei servizi segreti: si
vuole suscitare spavento nell'opinione pubblica inglese, che ormai non
ne può più di Blair e del suo atteggiamento di totale
servilismo verso gli Stati Uniti, e suscitare sospetto verso qualunque
mussulmano, anche il più pacifico, individuando terroristi che
sono "ragazzi della porta accanto". Lo scopo è risollevare il
consenso per quelle operazioni militari che stanno diventando sempre
più impopolari, oltre a costituire un'autentica motivazione per
il terrorismo vero.
Per ottenerlo si costruisce un complotto con qualche decina di
imbecilli fuorviati a cui si insegna un improbabile metodo per fare
bombe con liquidi, per poi metterli nelle mani della polizia al momento
giusto col massimo clamore mediatico. Il TG5 delle 20 dell'11 agosto ha
riportato (non ho altre conferme mentre scrivo) che c'era un infiltrato
dei servizi segreti nella cellula terroristica, intervenuto al momento
giusto per fermarla... ma questo è perfettamente compatibile col
quadro che ho descritto: questo gruppo di terroristi improvvisati
è stato manovrato abilmente, ma da chi? al-Qa'ida, MI-5, MI-6,
ISI (servizio segreto pakistano) o altri?
Notiamo che al-Qa'ida è stata immediatamente citata come
mandante, aggiungendo che l'intera operazione è appunto di
quelle che la misteriosa organizzazione predilige. Forse ci si
riferisce all'11 settembre, perché altri esempi simili non se ne
conoscono - gli attacchi di luglio 2005 a Londra, secondo le stesse
autorità britanniche, furono compiuti da cellule indipendenti e
non coordinate da al-Qa'ida. La mano che si riconosce sembra piuttosto
quella di chi vuole mantenere vivo il mito di al-Qa'ida, questa volta
attraverso un attentato sventato (per fortuna, non con uno vero). Il
momento, poi, è ottimo, occorreva infatti distrarre l'attenzione
dai disastri quotidiani del Libano e dell'Iraq.
Ci dicono poi che sono stati eseguiti arresti in Pakistan, dove sembra
si trovasse la mente dell'organizzazione. Interessante notare il
costante coinvolgimento di questo strano alleato dell'Occidente che
sembra avere in casa propria la centrale o almeno una delle centrali
del terrorismo islamico, oltre ad aver creato i talebani ed a fomentare
il terrorismo contro l'India, in relazione con il conflitto per il
Kashmir (i primi due punti sono fatti accertati, sul terzo i pakistani
ovviamente negano, ma provate a chiedere un parere in India). Oltre
infine ad essere l'unica potenza nucleare islamica al mondo: al
Pakistan è permesso detenere le bombe atomiche, severamente
proibite a tutti gli altri paesi mussulmani. Mentre i suoi cosiddetti
territori tribali sono sostanzialmente nelle mani dei talebani, per i
quali il confine afghano sostanzialmente non esiste... Del resto i
talebani sono nati nelle madrasse del Pakistan, dove dovrebbero
rifugiarsi se no?
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