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Complotti, complottismo, poteri segreti e segreti del potere

Considerazioni sul lato oscuro del potere



Pagina pubblicata l'11 agosto 2006

Indice

Note


Alla pagina indice sulla politica internazionale

Guerra globale e complotti vari

Secondo il messaggio che i media ci passano ogni giorno, è sempre in atto nel mondo una lotta fra la democrazia ed il terrorismo, il potere gestito apertamente dal popolo contro le forze occulte del male che vogliono sovvertirlo per instaurare qualche forma di dominio premoderno. Non per nulla su Eurinome.it c'è una sezione Guerra Globale, di cui questo articolo fa parte. Inevitabilmente il tema si ricollega ad un altro a suo modo vecchio come il mondo: il tema dei complotti e delle teorie su di essi. Questa guerra globale infatti non vede come attori principali soltanto gli stati, ma anche organizzazioni più o meno occulte, che hanno assunto il ruolo di protagoniste modificando il concetto stesso di guerra. Sia quelli che sostengono la visione della guerra al terrorismo, sia quelli che si oppongono allo schema che ho presentato, non possono fare comunque a meno di parlare di complotti.

Il tema dei complotti, però, è tutt'altro che nuovo. Il termine complottista è stato recentemente coniato, o forse riesumato, per designare coloro che vedono negli eventi del mondo la presenza di trame segrete tessute da organizzazioni e gruppi che operano dietro le quinte, che indirizzano e modificano segretamente gli eventi, tracciando una storia del mondo del tutto diversa da quella comunemente accettata.  La storia stessa che studiamo a scuola e gli eventi di oggi come ci sono riportati dai media sarebbero in realtà soltanto una maschera, un velo di Maya che copre la realtà dei piani oscuri di poteri occulti. Naturalmente gli studiosi ed i giornalisti che sostengono la versione corrente dei fatti accusano i complottisti di essere nel migliore dei casi un po' matti, nel peggiore di essere cospiratori essi stessi, per davvero, complici di quelle organizzazioni veramente oscure quali i movimenti terroristici. Il  termine complottista diventa così una comoda etichetta da attaccare a chi si oppone alla versione ufficiale degli eventi, o all'opinione corrente dei media maggioritari.

Cerchiamo allora di far luce su questi concetti: complotto, complottista, trame segrete. E parallelamente parliamo di controinformazione.

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Indagare al di là dello schermo dei media

Non vi è dubbio che riceviamo tutti ogni giorno enormi quantità di informazioni, sia attraverso i mezzi propriamente destinati a questo scopo, sia attraverso i media in senso più generale: non soltanto giornali e telegiornali, ma anche spettacoli televisivi in generale, cinema e perfino libri, per quelli che ancora li leggono, e semplicemente il più primitivo dei media, il passaparola o il sentito dire. Rispetto alle epoche passate, la quantità di informazione è enormemente più grande, eppure chi ci riflette anche soltanto un poco si accorge che la sostanza veramente informativa di ciò che riceviamo è molto scarsa. Crediamo di sapere quello che accade in tutto il mondo, ma se mettiamo alla prova questa conoscenza scopriamo che è in realtà superficiale e spesso fallace.

Ho fatto personalmente questa scoperta nel modo più drammatico alcuni anni fa, quando scoppiò la crisi della ex Jugoslavia e poi la guerra del Kosovo. Fino a quel momento avevo dubbi ed esprimevo critiche nei classici contesti da chiacchiera al bar. Ma l'idea che si stesse scatenando una guerra in Europa, in luoghi vicini, appartenenti ad un paese confinante con l'Italia, un paese che avevo anche visitato, mi colpì tanto da spingermi a raccogliere informazioni con tutti i mezzi. Proprio allora avevo aperto il mio sito personale, per pubblicare alcuni miei scritti su temi di filosofia e di scienza, e ormai conoscevo Internet piuttosto bene. Fu così che l'embrione di Eurinome crebbe e si evolse in una direzione inaspettata, come uno spazio importante dedicato alla politica internazionale.

Mi convinsi allora, non sulla base di chiacchiere ma di un approfondimento diretto sul tema della crisi jugoslava, che effettivamente i media ci propinano in gran parte informazioni incomplete, imprecise, tendenziose e sostanzialmente orientate in modo propagandistico. La libertà di stampa, anche nei paesi cosiddetti "democratici", è in gran parte illusoria.

Internet dava e per ora continua a dare la possibilità di accedere facilmente ad informazioni non filtrate e non gestite dai grandi conglomerati dell'informazione. Questo comporta anche la conseguenza che molto di quanto si trova su Internet è pattume informativo anche peggiore di quello degli altri media - ma è pattume libero, nel senso che non è ancora tutto uniformato ed indirizzato, quindi lascia la possibilità a chi vuole usare il proprio cervello di raccogliere quel che si trova e valutarlo in modo autonomo, individuando ciò che vale in mezzo alla confusione suscitata dalla sostanziale libertà che ancora esiste. Del resto, è possibile fare quello che ho fatto io per la ex Jugoslavia: proseguire la ricerca al di là di Internet, cercare notizie e testi in modo tradizionale. Libri e conferenze, perfino a volte il cinema, consentono ancora di acquisire informazioni non filtrate, mentre televisione e giornali sono fortemente influenzati dal sistema globale dei media, anche senza volerlo (vedere nota).

Eurinome è soltanto una piccola voce come le tante della Rete, non diffonde informazioni di prima mano se non in casi rarissimi, ma raccoglie dati e li interpreta in modo, questo sì, originale. E' il prodotto di uno che per professione fa altro ma è appassionato di alcuni temi. Ovviamente tocca a voi che avete la pazienza di leggere queste righe giudicare il valore di quanto viene pubblicato.

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Il Grande Complotto

Quando si parla di complotti, ed in particolare di teoria del complotto (conspiracy theory dicono gli americani, tra i quali i complottisti sono numerosissimi) emerge immediatamente il tema centrale del complottismo: che il mondo è governato da associazioni segrete, forse solo una, forse più di una ma in accordo reciproco, o forse almeno due in conflitto, e che comunque esiste un Grande Piano che si snoda nell'oscurità dietro le quinte della Storia, di cui un'organizzazione segreta suprema tira le fila. Possiamo dare a questa asserzione il nome di tesi del Grande Complotto. e potremmo chiamare grandi complottisti i suoi sostenitori.

Secondo questa tesi tutti gli eventi del passato e del presente, e si suppone anche del futuro, sono dunque dettati da un grande piano occulto, gestito da organizzazioni segrete nascoste una dentro l'altra, facenti capo ad un vertice arcano ed occulto. Gli attori della storia che noi conosciamo sono soltanto marionette i cui fili sono tirati da questi signori dell'ombra.

Questa tesi è stata trattata in forma parodistica da Umberto Eco nel suo astruso romanzo Il pendolo di Foucault. Lo stesso Eco in qualche intervista usò l'espressione pensiero pirla per definire la mentalità complottista, che però aveva ritenuto di dover descrivere e a suo modo sbeffeggiare in un romanzo così complesso e ponderoso.

I nomi che emergono quando si entra nel tema del Grande Complotto sono quelli dei Templari, dei Rosacroce, della massoneria deviata e no, dei Catari, ma anche di organismi facenti parte della chiesa cattolica, dai gesuiti all'Opus Dei.

Il recente e discusso romanzo di Dan Brown, il Codice da Vinci, non rientra propriamente in questo filone. Esso riprende alcuni temi tipici del grande complottismo, ma parla di un'organizzazione segreta che non cerca di dominare il mondo bensì soltanto di preservare un segreto di enorme importanza (per loro), combattuta da organismi cattolici che invece vogliono che quel segreto sia cancellato per sempre. L'atmosfera è quella del grande complottismo, ma l'estensione del tema è assai più limitata.

I grandi complottisti si dividono a proposito della natura del vertice occulto: alcuni ritengono che sia una specie di cupola mondiale della massoneria, altri nientemeno che una componente occulta all'interno della stessa chiesa di Roma. Ve ne sono alcuni che vedono invece due vertici: i due che abbiamo nominato, visti come le vere forze che si contendono nell'ombra il dominio sul mondo. Non è difficile capire che i complottisti di matrice cattolica si presentano come gli svelatori dei piani occulti della massoneria, mentre i protestanti assumono la posizione opposta. Gli ebrei sono in genere inseriti nel complotto, tipicamente come alleati della massoneria.

Caratteristico di tutti i grandi complottisti è ricollegare tutto ciò che sa di mistero alla stessa radice, mettendo insieme gli elementi più disparati e collegandoli tramite il più insignificante degli indizi, per mostrare che la trama è comunque una sola. Naturalmente il complottista dipinge l'organizzazione di cui parla come un potere malefico, nemico della giustizia e della verità, a cui attribuire tutto ciò che vi è di male nel mondo.

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Origine e motivazione delle tesi gran-complottiste

Come nascono tesi che, francamente, alle persone di buon senso sembrano soltanto deliri paranoici? Sicuramente vi sono persone che, a causa del loro stato mentale, sono inclini a coltivare questo tipo di idee. Ma sarebbe alquanto superficiale liquidare subito il tema come argomento da psichiatri.

Le tesi del Grande Complotto hanno sostanzialmente questo schema di base: c'è un potere malvagio che tenta di dominare il mondo o addirittura vi sta riuscendo da sempre, e dobbiamo svelarne i piani per liberarcene. Attenzione, la tesi non è totalmente falsa! In ogni epoca vi sono individui ed organizzazioni, palesi e segrete, che perseguono il potere con ogni mezzo. L'aspetto patologico del  gran-complottismo consiste nel costruire il concetto di un'unica organizzazione centrale a cui attribuire tutto il male del mondo, rifiutando la complessità e l'articolazione dell'autentica lotta per il potere. Si tratta di un'ipersemplificazione, che individua un unico nemico a cui si attribuisce la qualifica di male assoluto, anche in senso metafisico.

La teoria gran-complottista si concretizza poi in un'articolazione di argomenti e tesi specifiche, i cui contenuti non sono inventati di sana pianta ma contengono elementi di comune notorietà, se non di verità. Da dove nascono questi elementi veritieri o verosimili, o percepiti come tali?

La fonte primaria è la propaganda di quegli stessi gruppi ed organizzazioni che perseguono veramente il potere. Se volete fondare un partito avete due possibilità: individuare un ideale positivo, un piano da realizzare, obiettivi da raggiungere, oppure puntare sugli istinti del pubblico, sulle sue idiosincrasie, sulle sue paure. Ugualmente, se siete un governante e volete rafforzare il vostro potere in momenti di crisi, un buon metodo consiste nell'individuare un grande nemico a cui attribuire tutto ciò che non va per unire il popolo nella guerra contro di esso.

Nella mente di ogni essere umano c'è uno schema ancestrale, per il quale l'umanità è divisa in due gruppi: Noi e gli Altri. Per definizione gli Altri sono infidi, disonesti, malintenzionati. In un contesto civilizzato, in cui può essere troppo evidente che gli Altri, intesi come popoli, nazioni, comunità, non sono poi così diversi da Noi, è utile inventarsi un complotto per ridestare lo schema e cavalcarlo verso la conquista del potere ed il suo allargamento. Come disse Hermann Goering (non cito a caso il numero due del nazismo), sia per una dittatura sia per una democrazia per fare una guerra occorre convincere il proprio popolo che c'è una minaccia incombente. Se non è palese, che sia occulta!

La ferocissima persecuzione del popolo ebraico da parte dei nazisti fu la conseguenza dell'applicazione estrema dello schema: esiste un nemico che segretamente trama il nostro indebolimento e la nostra eventuale distruzione - dobbiamo schiacciarlo prima che possa riuscirci. La presa del potere da parte di Adolf Hitler avvenne tramite l'applicazione implacabile e maniacalmente coerente di uno schema complottista, che individuava nella presunta congiura giudeo-massonica mondiale il nemico da distruggere. A guardare bene un grande complotto per la presa del potere mondiale c'era davvero, ma era quello dei nazisti!

L'idea hitleriana si rifaceva, tra l'altro, ad un noto documento chiamato Protocollo dei Savi di Sion. Si tratta di un falso prodotto dai servizi segreti della Russia zarista (la famigerata Okhrana) ai primi del Novecento. Il regime zarista stava già traballando, per via della crescente diffusione delle idee liberali e di quelle socialiste. La prima pubblicazione del pamphlet è del 1903 - nel 1905 ci sarebbe stata la prima importante rivolta contro il regime, che sarebbe poi caduto nel 1917. Non fu dunque ottenuto il risultato voluto, ma si fornì un'ulteriore arma ad altri che non mancarono di utilizzarla.

Il documento è un piano per l'instaurazione di un dominio mondiale occulto da parte dei capi segreti del popolo ebraico. Essi manovrerebbero segretamente la massoneria e cercherebbero di distruggere l'occidente cristiano tramite la diffusione delle idee liberali e socialiste. Benché la sua falsità sia un fatto oggi scontato, tuttora i gran-complottisti antisemiti se ne servono come strumento di propaganda.

Ecco dunque l'altro risvolto delle tesi gran-complottiste: non il prodotto di menti paranoiche, ma di metodi di propaganda tanto spregevoli quanto purtroppo efficaci. Uno dei modi tradizionali per conquistare, consolidare o ripristinare il proprio potere è avere un nemico, ed in mancanza o forse preferibilmente inventarsene uno. Questo significa creare consenso attraverso la paura dell'Altro.

Pensate a come oggi si coltiva la paura di una conquista dell'Europa da parte del mondo islamico, anche tramite l'immigrazione clandestina. L'operaio marocchino del cantiere di fronte a casa vostra viene presentato come un nemico, un invasore, come accadeva al negoziante ebreo nella Germania avviata verso il nazismo. Si conduce una campagna di odio contro tutti gli immigrati, presentati come strumenti di un disegno per impadronirsi del nostro continente. E' esattamente il metodo dei nazisti.

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Poteri più o meno occulti

Potere e occultamenti

Se la teoria del Grande Complotto è palesemente assurda, e se abbiamo rintracciato le origini di alcuni suoi risvolti nell'attività propagandistica dei poteri palesi o di forze eversive comunque non segrete, questo non deve portarci a pensare che non vi siano lati occulti del potere.

Esiste il detto: "sapere è potere". Rovesciandolo, chi detiene il potere cerca di non far sapere agli altri ciò che non è indispensabile, per non mettere in pericolo la propria posizione. Da sempre chi persegue il potere coltiva il segreto, allo scopo di prevenire le insidie e di occultare i propri punti deboli. Il segreto è da sempre strumento di dominio.

In un regime democratico, la corretta informazione è fondamentale, perché il cittadino per poter esercitare il suo diritto di intervenire nella cosa pubblica deve conoscere tutti gli elementi che gli servono per formarsi un'opinione e fare le sue scelte. Perciò un sistema politico realmente democratico non può che essere una casa di vetro, in cui tutti i processi decisionali ed operativi si svolgono alla luce del sole e sotto gli occhi dei cittadini sovrani. E' chiaro che questo in realtà non avviene. Possiamo anzi dire che la prima minaccia alla democrazia al giorno d'oggi è appunto la mancanza di una libera ed ampia informazione all'opinione pubblica di tutto quello che avviene nelle sedi politiche ed in generale, addirittura, nella vita del paese e del mondo. Come abbiamo visto più sopra, alla grande quantità apparente di informazioni di cui disponiamo non corrisponde affatto una buona qualità.

Il punto cruciale da comprendere è che i politici, e gli altri personaggi di potere come i grandi imprenditori, anche nei paesi democratici sono comunque persone che cercano il potere. Se sono sufficientemente onesti, rispetteranno in buona misura le regole e le istituzioni. Tuttavia non possiamo contare che lo facciano soltanto per ragioni di principio, senza che si vigili sul loro operato. Per questo motivo ogni costituzione democratica prevede controlli e bilanciamenti dei poteri: nessuno deve essere messo in condizione di prendere su di sé un potere eccessivo, tanto da poter minacciare la natura democratica dello Stato. Per questo la funzione di rappresentante eletto non esime nessuno dal rispetto della legge e dall'essere sottoposto ad altri poteri dello Stato, ad esempio l'esecutivo (il governo) non deve sfuggire al controllo del giudiziario (la magistratura) su eventuali comportamenti illeciti. Chi afferma il contrario, come un certo ex presidente del Consiglio italiano, non è un  democratico ma un aspirante dittatore populista. Del resto, il medesimo personaggio dopo aver perso le elezioni ne ha contestato la legittimità, dimostrando chiaramente il suo totale disprezzo per le regole e le istituzioni.

Lo scandalo del calcio

In questi ultimi mesi (maggio-giugno 2006) l'Italia ha scoperto che il mondo del calcio era governato segretamente da una cricca di malfattori che manovravano giocatori, dirigenti sportivi e arbitri in modo da favorire i loro interessi, arrivando addirittura a determinare in modo sostanziale i risultati sportivi. Ci è stato rivelato che il mondo del calcio italiano realizzava niente meno che una versione in piccolo del Grande Complotto: un gruppo che segretamente manovrava ogni suo aspetto ai propri fini. Non i Templari né l'Opus Dei, ma alcuni dirigenti sportivi ben noti esercitavano un potere occulto estremamente efficace, scoperto grazie alle indagini della Procura della Repubblica di Napoli, un potere che si estendeva a tutto il mondo calcistico italiano.

D'altro canto, i medesimi personaggi si difendono dichiarando che vi erano altri che tentavano di manovrare illecitamente risultati sportivi e questioni economiche, e che il loro complotto era nato per contrastare quell'altro! Ancora una volta, la verità sembra essere che i complotti esistono e sono importanti, ma non ve n'è uno solo.

Servizi segreti

Questo è il punto: se lasciamo da parte l'occultismo ed i miti, dobbiamo però accettare che i complotti esistono. Non dimentichiamo che ogni nazione, incluse quelle democratiche, ha servizi segreti, che per definizione agiscono nell'ombra con metodi al limite e spesso oltre il limite della legalità. Fino agli anni Trenta del secolo scorso, gli Stati Uniti d'America non avevano un servizio segreto, perché giustamente gli americani ritenevano che un paese democratico non dovesse averne: come abbiamo detto sopra, in democrazia si opera alla luce del sole, dunque si può avere una riservatezza doverosa in certe attività come le indagini di polizia, ma un servizio segreto vero e proprio parrebbe uno strumento tipico dell'autoritarismo. Nel corso della seconda Guerra Mondiale fu però istituito l'OSS (Office of Strategic Services), ispirato al e dal famigerato Intelligence Service dell'Impero Britannico, al fine, si disse, di combattere meglio il nazismo. Con l'avvento della guerra fredda nacquero la CIA, la NSA e altri servizi segreti americani. Oggi con la guerra al terrorismo si sono creati ulteriori organi segreti, ad opera del governo Bush. E' da notare che il direttore dell'OSS, il generale Donovan, dopo la fine della guerra mondiale si adoperò per far chiudere l'organizzazione da lui stesso diretta, temendo che potesse diventare una "Gestapo americana". In effetti l'OSS fu chiuso, ma fu aperta poco dopo la CIA...

Insomma, gli USA hanno deciso che a certi principi di democrazia si deve rinunciare per essere più efficaci nella lotta contro il nemico del momento. Questo argomento è usato dall'attuale amministrazione per ridurre i diritti stessi dei cittadini: intercettazioni di posta e telefonate, possibilità di detenzione illimitata senza processo per i sospettati di terrorismo e così via. Recentemente la Corte Suprema ha sentenziato l'illegittimità del trattamento a cui sono sottoposti i prigionieri di Guantanamo, ed il governo ha dovuto dichiarare (non so se attuerà l'intenzione) che finalmente applicherà anche a loro i principi della Convenzione di Ginevra. Si tratta di una vittoria del principio democratico ed una dimostrazione di come stia finalmente sorgendo negli Stati Uniti una reazione anche istituzionale ai metodi inaccettabili del governo Bush.

Tornando al tema, notiamo che i servizi segreti, proprio perché agiscono segretamente anche al proprio interno, sono difficili da controllare. Possono diventare, in genere non soltanto nel loro insieme ma tramite sottosezioni al loro interno, strumenti di trame oscure per davvero, non al servizio del governo da cui dipendono ma di gruppi di potere che possono essere di area governativa o anche estranei. La storia recente dell'Italia ci consente di ricordare alcuni casi di questo tipo, a partire dalla strage di Piazza Fontana ed in generale dalla stagione della stragi e del terrorismo degli anni '70, mai veramente chiarita.

Il caso del rapimento dell'imam Abu Omar occupa in questi giorni di luglio le pagine dei giornali. Sembra che si stia verificando un'inusuale scaricabarile verso l'alto, che è giunto pienamente ai vertici dei servizi segreti ed ora sta coinvoglendo il livello politico. Potremmo scoprire che i servizi segreti sono stati fedeli al governo... ma quest'ultimo invece si è reso responsabile di comportamenti illegali.

Gli sviluppi dell'indagine della magistratura hanno rivelato che alcuni giornalisti italiani erano al soldo dei servizi segreti (Sismi), allo scopo di pubblicare notizie opportunamente manipolate; nello stesso tempo altri giornalisti erano sottoposti a sorveglianza occulta ed illegale da parte dei medesimi servizi. Si conferma pienamente che i complotti esistono, che l'informazione è manipolata per davvero...


Crimine organizzato

Le organizzazioni del crimine sono altri enti occulti la cui esistenza è nota ma l'attività è per definizione misteriosa, almeno per quanto riguarda la gestione del loro potere interno ed esterno, in particolare i rapporti con la politica. Il semplice fatto che le mafie esistano e che notoriamente abbiano relazioni con la politica e l'imprenditoria fa sì che l'esistenza di un'attività complottistica a fini criminali non solo sia sospettabile ma anzi certa.

Se consideriamo che è un fatto naturale che ogni persona ed ogni organizzazione che abbia a che fare con un potere di qualche tipo sia incline a mantenerlo e possibilmente accrescerlo, e che gli esseri umani sono capaci di onestà e altruismo ma anche di disonestà, violenza e sopraffazione, non si può evitare che piccoli o grandi elementi operino costantemente dietro le quinte in ogni campo dell'attività umana, per raggiungere i propri fini tramite trucchi e complotti.

Tesi conclusiva

Qual è la differenza tra quanto andiamo dicendo ed il gran-complottismo? Non dovrebbe essere difficile capirlo: non si può sostenere che tutto quello che accade è frutto di un colossale complotto ordito da una sola o da pochissime forze oscure: ciò che vediamo è il risultato di una molteplicità di fattori, che comprendono anche svariati piani segreti orditi dai gruppi più diversi. La realtà è complessa e caotica, ed i complotti sono parte di essa. I potenti e gli aspiranti tali senz'altro complottano nei modi più svariati, non unici né costanti, ma sempre presenti. Se consideriamo che tutti noi siamo capaci di piccoli inganni, saremmo ben sciocchi se credessimo che persone animate da una grandissima sete di potere non facciano mai ricorso a sotterfugi. Quanto più grande è la posta in gioco, tanto più chi la ricerca sarà portato ad usare ogni mezzo per conseguirla. Governanti pronti a scatenare guerre con migliaia di vittime dovrebbero ritrarsi dall'idea di ricorrere al complotto ed all'inganno?

Le teorie del Grande Complotto sono esse stesse, abbiamo visto, il prodotto di manipolazioni segrete che mirano a scopi ben precisi. Il Grande Complotto fasullo nasce da complotti meno grandi ma reali, come quelli della polizia segreta zarista o del partito nazionalsocialista tedesco nella prima metà del Novecento. Ho detto meno grandi, ma il regime zarista o quello nazista non erano certo cose da poco - i complotti reali di Hitler hanno causato la più grande tragedia della storia umana conosciuta. E le complicità segrete di cui godette il partito nazista dovrebbero essere indagate, senza il timore di giungere a scoperte scomode per personaggi potenti.

E' molto difficile orientarsi in quel che accade e trovare la chiave di interpretazione degli eventi, di cui una parte consistente non ci è nota. Ciò che abbiamo sono due strumenti: l'intuizione e la ragione. La prima formula ipotesi, la seconda le verifica - non è altro che il metodo scientifico, anzi se vogliamo il metodo critico che chiunque dovrebbe adottare per comprendere il mondo. Significa non credere nell'autorità ma nel proprio giudizio, perché altro non abbiamo. Come si decide, infatti, a quale autorità credere, se non col proprio giudizio?

Non facciamoci ingannare da chi sostiene che da noi c'è la democrazia, quindi i complotti vengono sempre scoperti. La democrazia che abbiamo è molto limitata, ed è costantemente minacciata da persone senza scrupoli, tra cui includo molti personaggi politici. Soltanto una costante vigilanza di tutti i cittadini, unita ai meccanismi istituzionali di controlli e bilanciamenti di potere, può salvarci. Badiamo bene, però, che i secondi, senza la prima, non possono funzionare. Nello scorso mese di giugno un referendum ha salvato l'Italia dalla distruzione di molti di questi meccanismi protettivi, scientemente progettata da persone che non amano affatto la democrazia vera.


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Il terrorismo islamico: un Grande Complotto?

Le maiuscole nel titolo non sono casuali. Pensiamo a questa tesi, che ci viene proposta dai media quasi tutti i giorni: esiste un'organizzazione chiamata al-Qa'ida (sul nome vedere la nota) capeggiata dallo sceicco Osama bin Laden, che organizza in tutto il mondo il terrorismo islamista, allo scopo di ricreare un potere islamico unificato, un nuovo califfato, che sottragga all'Occidente il dominio del mondo. Ogni volta che si parla di atti terroristici, veniamo informati che il gruppo che li ha commessi è ispirato, aiutato o affiliato ad al-Qa'ida. Ogni volta che si parla di rischio terroristico la televisione ci dice che al-Qa'ida è presente o ha fatto qualcosa o si sta organizzando per fare qualcosa. Dicono che abbia addirittura una flotta, ma nessuno sa dove sia (vedere Limes 4/2006, Gli imperi del mare, pag. 29). Viene data un'enorme importanza alla sua presenza in Iraq: i media ci hanno presentato l'ora defunto al-Zarqawi come un capo importante della guerriglia antiamericana in Iraq, salvo che la sua morte non ha cambiato una virgola della situazione. Allora ci si dice che è già stato sostituito. Secondo Musa al-Husayni, direttore della rivista della resistenza irachena Sawt al-Haqq, intervistato da Limes (numero 6/2005 pag. 65) non si trovava neanche in Iraq e un comunicato congiunto di varie forze guerrigliere irachene affermava che "l'uso del suo nome e l'attribuzione a lui di attentati terroristici rappresentano un gioco della CIA". Ora è stato ucciso in Iraq, quindi almeno c'era, ma gli elementi disponibili indicano che il suo gruppo fosse probabilmente il più sanguinario, non certamente il più importante tra i movimenti di guerriglia che operano in Iraq.

In realtà non capita mai che un terrorista catturato si dichiari membro di al-Qa'ida o che al Qa'ida rivendichi col proprio nome un attentato specifico. Al Zarqawi stesso aveva una propria organizzazione e ne cambiò il nome nel 2004 da "monoteismo e jihad" a "al-Qa'ida in Iraq" per indicare l'affiliazione ad al-Qa'ida (una fonte di esempio). Quello che accade poi è che compaiono come dal nulla e pervengono ad organi d'informazione cassette audio e a volte video, in cui i presunti capi di al-Qa'ida pronunciano minacce o comunque emettono proclami di guerra ai "crociati" ed ai "sionisti". A questi messaggi viene dato un enorme rilievo sui media, come se fossero appunto la voce del vertice mondiale dell'Islam guerriero, mentre per quanto ne sappiamo è soltanto la voce di un piccolo gruppo con scarsi legami col resto del mondo del cosiddetto terrorismo islamista.

I media insinuano dunque, più che affermarlo, che bin Laden ed i suoi luogotenenti sono i leader di un movimento mondiale che in qualche modo ispira ed organizza tutti i più efferati atti terroristici di matrice islamista. Per chi cerca di informarsi meglio, però, al Qa'ida rimane un'immagine sbiadita. Compaiono, riferite agli atti effettivamente rivendicati da qualche movimento, innumerevoli sigle di organizzazioni dedite alla guerra santa islamista, i cui nomi spesso sono difficili da distinguere perché molto simili, in quanto contengono sempre i soliti riferimenti religiosi: termini arabi che vogliono dire partito di Dio, guerra santa, purificazione, guerrieri santi eccetera, ma al-Qa'ida mai, se non in seconda battuta: nella rivendicazione si citano a volte i legami con bin Laden - ma non ho potuto certo revisionare tutte le rivendicazioni per verificare. Sarebbe interessante se qualcuno che ne ha il tempo ed i mezzi lo facesse. Comunque è evidente che perfino nel caso di "al-Qa'ida in Iraq" di al-Zarqawi non si trattava di al-Qa'ida ma di un'organizzazione preesistente che aveva deciso di rifarsi ad essa per sfruttarne la fama.

Secondo l'FBI, non esistono prove che bin Laden sia coinvolto neppure negli attacchi dell'11 settembre 2001. Basta consultare la sua scheda di ricercato su www.fbi.gov, dove i fatti dell'11 settembre 2001 non compaiono tra le accuse che gli sono rivolte formalmente. L'unico elemento che collega Osama bin Laden all'11 settembre è una videocassetta di dubbia autenticità trovata, si dice, in una casa diroccata in Afghanistan, in cui uno che gli somiglia (ma neanche troppo) si rallegra del risultato ottenuto. E' posizione ufficiale dell'FBI che non esistono elementi sufficienti per formulare un'accusa utilizzabile in un tribunale contro bin Laden per gli attacchi a New York e Washington dell'11 settembre 2001.

Nel 2005 la BBC ha trasmesso una serie di documentari intitolata The power of nightmares (Il potere degli incubi), in cui si affronta questo tema, mostrando come al-Qa'ida sia appunto un incubo più che una realtà. Un'immagine creata insieme dagli estremisti islamici e dai neoconservatori americani, ciascuno per il proprio interesse di potere, appunto quello che ho descritto sopra: ottenere il consenso tramite la paura.

La sensazione che ho è che tutta la faccenda di al-Qa'ida sa proprio di Grande Complotto, quello con la maiuscola. Che si sia creato a scopi propagandistici un feticcio a cui attribuire ogni male, un Potere Oscuro da sbandierare ogni volta che la tensione cala e risulta difficile giustificare nuovi interventi militari. Uno sceicco anziano e malato di reni, in dialisi, riesce a sottrarsi a tutte le ricerche fuggendo in territori semidesertici... forse l'ultima volta che è stato visto vivo non in videocassetta è stato quando l'hanno curato in un ospedale militare americano. Se non è Asimov (vedere la nota), allora l'ispiratore è Ian Fleming, con i suoi improbabili miliardari (e Osama lo è, tanto miliardario quanto improbabile) che tramano la distruzione del mondo ma finiscono per essere fermati da James Bond (a proposito, dev'essere andato in pensione, perché se no avrebbe già preso o annientato il malefico sceicco!).

L'episodio degli ultimi giorni, gli attentati sventati a Londra, non si scosta dallo schema, lo tratto in appendice.

Se leggete questo articolo di Repubblica, scoprirete che i servizi segreti italiani diffondevano false notizie sull'esistenza di scuole di terroristi legate ad al-Qa'ida a Milano! L'inchiesta sul caso Abu Omar ha portato anche a queste rivelazioni.

Riassumendo, ci viene detto che dietro il terrorismo islamista c'è un piano complessivo e c'è un'organizzazione che segretamente manovra tutte le azioni terroristiche in una direzione ben precisa. Dovunque ci sia terrorismo c'è in qualche modo la mano di al-Qa'ida. Se non ci adoperiamo contro di essa, ne saremo vittime. Tutti coloro che non sono a favore della guerra contro il terrorismo sono alleati di fatto del Grande Piano di bin Laden. Questa tesi vi ricorda qualcosa?

Non ho timore di affermare che il movimento legato a bin Laden è un oggetto misterioso e certamente è componente minoritaria nel mondo dell'estremismo islamico. Il passato regime di Saddam Hussein non aveva nulla a che fare con esso, l'Iran è suo nemico, anche Hamas non sembra abbia nulla a che fare con al-Qa'ida. Eppure in ogni telegiornale al Qa'ida viene citata come se fosse la principale organizzazione del movimento estremista dell'Islam mondiale, movimento che non sembra invece esistere come organizzazione unitaria. Non è un caso.

Parallelamente impazza la propaganda di personaggi come Oriana Fallaci e di movimenti politici come la Lega Nord qui in Italia (scusate, in Padania), di movimenti equivalenti come il Fronte Nazionale di Le Pen in Francia e perfino i neonazisti in Germania, secondo cui esiste un piano islamico di conquista del mondo con tutti i mezzi, inclusa l'immigrazione massiccia in Europa.

Lascio la questione al lettore: Questo è o non è gran-complottismo?


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Chi sono dunque i complottisti?

Il termine complottista, come dicevamo all'inizio, è applicato a chi crede nei complotti. Nella dialettica dei nostri giorni, serve anche come etichetta insultante da attaccare a chi sostiene posizioni fuori del coro. Chi si oppone alle versioni ufficiali su eventi epocali, come ad esempio gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, ad esempio. Si tratta soltanto, in questo caso, di un espediente per svalutare l'interlocutore e metterlo in inferiorità. Lo si accomuna ai paranoici che credono al complotto dei Templari e compagnia bella, per dargli del matto e quindi evitare di rispondere alle sue tesi.

In generale, l'uso di complottista come insulto è applicabile a tutti quelli che, rendendosi conto dei meccanismi del potere e di quelli dei media, manifestano scarsa fiducia nell'informazione ufficiale e propongono interpretazioni dei fatti basate su motivazioni di utilità e di potere anziché dei principi enunciati ufficialmente. Nella politica tutti si ammantano di grandi ideali per perseguire finalità spesso meschine - smascherarli vuol dire fare il complottista, o almeno, come si dice da noi, il dietrologo.

Peccato che valga quanto detto dal sublime Giulio Andreotti, assolto per prescrizione dall'accusa di associazione a delinquere per i fatti avvenuti fino al 1980 e per insufficienza di prove per i fatti successivi: a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Abbiamo visto però che cos'è e come nasce la teoria del Grande Complotto: la creazione artificiosa di un grande nemico occulto, utilizzata come spauracchio da poteri autentici per creare consenso attraverso la paura.

E' tipico della dialettica propagandistica che si cerchi di ribaltare le cose, chiamando complottisti coloro che non credono all'esistenza di un Grande Piano islamista e si battono contro questa guerra al fantasma di bin Laden. A me sembra assolutamente vero il contrario: complottisti sono quelli che credono all'esistenza del grande piano islamico per la conquista del mondo, di cui al-Qa'ida sarebbe il vertice e la principale struttura operativa. I normali meccanismi dei media sono sfruttati dai complottisti per diffondere questa tesi in modo subdolo: citando al-Qa'ida ogni volta che si parla di terrorismo, si induce il pubblico a credere che al-Qa'ida sia sempre coinvolta, anche quando non c'è l'ombra di un indizio che lo sia. Un'abile compilazione dei comunicati ufficiali unita al naturale servilismo di tanti giornalisti, che in fondo prendono lo stipendio da pochi monopolisti dell'informazione, ed il gioco è fatto. Se poi ci sono giornalisti assoldati dai servizi segreti, come ora sappiamo...

Per fortuna c'è anche Internet.

11 agosto 2006

Alberto Cavallo

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Nota 1: il nome di al-Qa'ida

La grafia del nome è già un problema, si vedono varie versioni, come al-Qaeda, al-Quaida, perfino al Queda. La u dopo la q è fuori luogo perché nel trascrivere l'arabo si usa la q per indicare la lettera qaf, che è una k pronunciata con la lingua ritratta indietro verso il palato molle (non soffocate nel tentativo) e non c'entra con la nostra q sempre seguita da u. La e di Qaeda serve ad indurre gli anglofoni a pronunciare i, dato che i poveretti se vedono una i tendono a pronunciarla ai. Il segnetto tra la a e la i, dove io metto un apostrofo per evitare guai di visualizzazione, ma ci vorrebbe il segno dello spirito aspro greco, rappresenta la consonante araba 'ayin (fricativa faringale sonora per i fonetici). Per chi ne vuole sapere di più, seguire questo collegamento.

Ma a parte le facezie linguistiche, il nome dell'organizzazione è strano, perché a differenza di tutte le altre sigle del terrorismo di matrice religiosa non ha, in effetti, alcun riferimento propriamente islamico. La Base, o la Fondazione... non suona islamico, almeno a me (mi smentiscano gli esperti). Come vecchio appassionato di fantascienza, non posso fare a meno di collegare il titolo "Foundation" al più famoso ciclo di romanzi fantascientifici di tutti i tempi, il ciclo galattico di Isaac Asimov (i titoli italiani dei romanzi sono stati cambiati nelle prime traduzioni, il primo romanzo della serie si intitola appunto in inglese Foundation ma in italiano Cronache della Galassia). Ma dicono che la traduzione in arabo del ciclo di Asimov esiste e il primo romanzo si intitola appunto al-Qa'ida! Un momento, di che cosa parlava Asimov?

Due organizzazioni, chiamate le Fondazioni, sono create per governare la fase della caduta e della successiva ricostruzione dell'Impero Galattico. Una è palese ed opera come potenza politica e militare, l'altra occulta lavora dietro le quinte per gestire segretamente il grande piano. L'ideatore di tutto è un matematico di nome Hari Seldon, che ha costruito in ogni dettaglio un piano millenario per la ricostruzione dell'Impero, basato sulla teoria della psicostoria, cioè dell'interpretazione della psicologia umana collettiva tramite la matematica, fatta allo scopo di prevedere e pilotare gli eventi. Ogni volta che si giunge ad un punto cruciale, ad una svolta del piano, immediatamente dopoi fatti compare al pubblico una registrazione video in cui Hari Seldon spiega l'evento.

Un'organizzazione in parte palese in parte occulta che pilota la storia tramite mezzi fisici e psicologici... un capo quasi mitico che compare in videocassetta ogni volta che c'è stato un evento importante... accidenti! Se soltanto il vecchio Isaac fosse vivo e potesse dire la sua! Tra i vari metodi usati dalla Fondazione per pilotare la storia c'è nientemeno che la creazione di una religione di cui il territorio stesso della Fondazione costituisce il luogo sacro. Non voglio dire che questa non possa essere una coincidenza, però è interessante.

Questa non è una mia scoperta, si trova in un articolo del Guardian del 2002.

Secondo l'ex ministro britannico Robert Cook, che ha scritto un altro articolo per il Guardian, che trovate qui, al-Qa'ida si deve invece tradurre "il database", nel senso che sarebbe semplicemente l'elenco dei terroristi islamici assoldati dai servizi segreti americani per combattere in Afghanistan contro i sovietici. Cito direttamente le parole dell'esponente politico britannico, ministro degli esteri del governo Blair fino a quando non diede le dimissioni perché non condivideva la scelta di portare guerra all'Iraq:
"Al-Qaida, literally "the database", was originally the computer file of the thousands of mujahideen who were recruited and trained with help from the CIA to defeat the Russians. Inexplicably, and with disastrous consequences, it never appears to have occurred to Washington that once Russia was out of the way, Bin Laden's organisation would turn its attention to the west". [Al-Qaida, letteralmente "il database", era originariamente l'archivio su computer delle migliaia di mujahiddin che furono reclutati ed addestrati con l'aiuto della CIA per sconfiggere i russi. Inesplicabilmente, e con disastrose conseguenze, sembra che non sia mai venuto in mente a Washington che una volta liquidata la Russia, l'organizzazione di bin Laden avrebbe rivolto la sua attenzione all'ovest.]

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Nota 2: i metodi del giornalismo propagandistico

E' importante che cerchiamo di imparare quali sono i metodi del giornalismo parziale e propagandistico, per sapercene difendere.

Come hanno fatto a convincere tanta gente che al-Qa'ida è così importante e pericolosa, senza nemmeno affermare vere e proprie falsità su di essa? E' semplice: ogni volta che si dà notizia di un atto di terrorismo, si fa in modo che immediatamente dopo compaia una citazione su al-Qa'ida. Ad esempio al telegiornale ci sentiamo dire:
"Strage a Baghdad. Un'autobomba è esplosa nel quartiere di X, causando Y vittime. Le forze della coalizione segnalano attività di al-Qa'ida nella zona". L'accostamento è del tutto arbitrario, perché non esiste nulla che consenta di attribuire l'attentato ad al-Qa'ida, né questa attribuzione viene dichiarata. Semplicemente si accosta il nome di al-Qa'ida ad un fatto, senza affermare nulla a proposito di un legame. Si dà soltanto una notizia vaga e non impegnativa. Ma lo spettatore ignaro ricorderà il nome di al-Qa'ida accostato al fatto dell'attentato, e successivamente non ricordando le parole esatte dell'annunciatore gli resterà vagamente in testa che al-Qa'ida ha colpito a Baghdad, anche se nessuno l'ha detto.

Dopo cento episodi di questo tipo, il pubblico crederà fermamente che al-Qa'ida compie quasi tutti gli attentati, anche se non è mai stato detto. Per fare un altro esempio, tuttora moltissimi credono che vi sia stato un coinvolgimento del dittatore iracheno Saddam Hussein negli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, anche se nessun organo ufficiale l'ha mai sostenuto seriamente, neppure i governi che hanno voluto l'invasione dell'Iraq. Semplicemente il suo nome veniva "casualmente" accostato ad ogni notizia sul terrorismo, fino a far credere che fosse coinvolto, senza che mai lo si dicesse esplicitamente. Provate ad ascoltare le esatte parole usate alla radio ed in televisione - con la seconda, non fatevi distrarre dalle immagini, che non sono praticamente mai relative alla notizia, ma quasi sempre soltanto di repertorio. Oppure guardate le immagini con attenzione e cercate di capirne il senso senza distrarvi. Avrete sorprese interessanti.

Faccio un esempio su un altro argomento, su cui ho competenza professionale. In Italia non è praticamente possibile installare torri di raffreddamento a tiraggio naturale per qualsivoglia impianto energetico. Capirete subito che cosa sono: quelle strutture che sembrano camini molto ampi e svasati, da cui esce un "fumetto" bianco (in realtà vapore d'acqua), che vi fanno vedere in televisione ogni volta che parlano di energia nucleare. E' un altro caso di condizionamento del pubblico: mostrando per decenni quel tipo di struttura ogni volta che si dava una notizia di argomento nucleare, si è indotta l'intera popolazione a credere che quello sia l'aspetto delle centrali nucleari. Quindi un ingegnere non può sognarsi di usarle per impianti di nessun tipo, intendo dire anche quelli che non c'entrano niente con le centrali nucleari, perché la gente ne ha paura. In questo caso si tratta probabilmente di un effetto non voluto da nessuno, prodottosi casualmente - ma ovviamente se ne può trarre spunto per utilizzare lo stesso effetto in modo deliberato.

C'è un complotto giornalistico mondiale, allora? No, non è necessario. Le fonti di cui si servono televisioni e giornali a proposito dei fatti di cui parliamo sono poche, in pratica soltanto le grandi agenzie giornalistiche ed i portavoce di governi e altre istituzioni. Già a quel livello si procede a confezionare la notizia in modo tendenzioso. Sarà l'ufficio stampa delle forze militari americane a Baghdad che formulerà la notizia dell'attentato nel modo che abbiamo descritto, contando che venga riprodotta senza sostanziali modifiche. Per questo i giornalisti indipendenti non sono graditi nei teatri operativi: possono raccogliere informazioni di prima mano, saltando il filtro degli organi ufficiali e delle agenzie. Il numero dei giornalisti feriti, rapiti, uccisi nelle zone di guerra è altissimo - soltanto gli "embedded", cioè quelli integrati nelle forze armate coinvolte, si salvano regolarmente.

D'altra parte, la magistratura italiana ha scoperto che il Sismi reclutava giornalisti per pubblicare notizie false o manipolate, e addirittura li inviava ad intervistare i magistrati coinvolti nell'indagine. Mentre altri giornalisti, in particolare quelli di Repubblica, erano sottoposti ad intercettazioni telefoniche illegali...

Lungi dal denigrare la categoria in generale, qui ci troviamo a dover elogiare il coraggio di tutti i giornalisti che fanno il loro lavoro andando a cercare le informazioni alla fonte, invece di ripetere comunicati di agenzia o di ufficio stampa tutt'al più con qualche infiorettatura, e di cercare la verità rischiando di persona.


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Appendice: bibite esplosive da Londra agli Stati Uniti

Il 10 agosto 2006 abbiamo assistito ad un nuovo episodio dello psicodramma della cosiddetta guerra al terrorismo. A Londra, affermano le fonti ufficiali, è stato sventato un piano che prevedeva di far esplodere in volo numerosi aeroplani, decollati dalll'Inghilterra, sopra città americane. Gli aeroporti inglesi sono nel caos, non è più consentito portare bagagli a mano tranne documenti personali, medicinali con ricetta, occhiali senza custodia (sic!) e alimenti per neonati, questi ultimi a condizione che la madre li assaggi davanti alla polizia.

Si afferma che i terroristi intendessero portare a bordo degli aerei sostanze esplosive liquide, o meglio i loro componenti separati, da mescolare in volo per produrre l'esplosivo vero e proprio, che sarebbe poi stato innescato con dispositivi elettronici come lettori MP3 o altri (telefoni cellulari?).

Le notizie che ci giungono rispettano il solito canone: una valanga di comunicati a forte contenuto emotivo, pochi fatti concreti. Le autorità parlano di minaccia senza precedenti, possibili perdite umane in numero inaudito, ma non ci spiegano alcun dettaglio di quanto è realmente accaduto, o non è accaduto.

Non si sa di che esplosivo potesse trattarsi. Si intervistano esperti che affermano che è possibile fare esplosivi liquidi con sostanze comunissime, ma si guardano bene dal fornire il minimo particolare, evidentemente per evitare emulazioni... Però si potrebbe almeno dire il nome tecnico dell'esplosivo: chi sa che cos'è capisce, ma chi non ne sa nulla certo non impara a farselo in casa. La Repubblica parla di nitroglicerina, il che è ridicolo. Il procedimento per fare la nitroglicerina si dà il caso che io lo conosca, effettivamente parte da ingredienti abbastanza banali, ma non mi vedo un giovane terrorista produrre nitroglicerina nel bagno di un aereo, ci vuole comunque un piccolo laboratorio chimico, non si tratta di prendere due liquidi e mescolarli insieme così semplicemente - e poi anche se ci provasse e ci riuscisse farebbe probabilmente scoppiare subito il primo piccolo quantitativo prodotto. Gli esperti parlano poi di perossidi, come il TATP, che si potrebbe produrre mescolando liquidi, ma ottenendo un solido che poi deve essere essiccato. Ed è un esplosivo difficile da innescare. Altri parlano di esplosivi commerciali a base liquida ma non dicono quali siano (io so che ci sono i combustibili per razzi, ma quelli al mescolamento dei componenti si accendono immediatamente e non sarebbero adatti allo scopo, a parte ustionare il terrorista non farebbero altro).

Ma le autorità non sanno di quale esplosivo si trattasse? Non è grave dirne il nome, non basta sentire il nome di una sostanza per imparare a produrla.

Poi c'è la questione di come far precipitare l'aereo. Si suppone che il terrorista portasse appena un paio di bottigliette sull'aereo, producendo quindi una quantità molto limitata di esplosivo. E' vero che gli aerei sono pressurizzati e una piccola esplosione può causare seri danni, tuttavia non c'è garanzia che precipiti per una bottiglietta di esplosivo, privo di un contenitore robusto che aumenti l'effetto dello scoppio e detonato poi chissà dove... quantomeno occorrerebbe applicarlo ad un finestrino prima di farlo scoppiare. Immaginiamo la scena: un giovane pakistano va in bagno con due bottigliette, ci si chiude dentro per un bel po' ad armeggiare, formando una coda di persone in attesa fuori. Improvvisamente, supponendo che sia riuscito a produrre l'esplosivo ed a predisporre l'innesco senza che gli esplodesse il tutto in mano, esce urlando con la sua bomba improvvisata e cerca di appiccicarla ad un finestrino, facendosi strada tra la gente che cerca di andare al cesso... un piano del genere può fallire in tanti modi diversi. Si dovrebbe pensare a parecchi terroristi impegnati su ciascun aereo, di cui più di uno con le bombe improvvisate. E altri complici armati di taglierini di plastica?

Come al solito il pubblico viene trattato come se fosse composto di bambini deficienti. Non ci si dà alcun elemento salvo proclami roboanti e si pretende che ci crediamo e ci sottoponiamo a controlli ridicoli. Ci è stato mentito tante volte che non possiamo credere a storie come queste senza che ci siano forniti dettagli verificabili. E' credibile che ci siano molti giovani pronti a compiere atti terroristici contro Stati Uniti e Regno Unito, ma la vicenda specifica rimane altamente sospetta, in particolare la serietà della minaccia sembra tutt'altro che certa. Come al solito, occorre cercare la verità frammento per frammento leggendo fra le righe di quanto viene pubblicato.

Possiamo infatti capire che molti giovani possano essere stati reclutati da cellule terroristiche, visto che l'Occidente sta conducendo guerre in paesi islamici (Afghanistan, Iraq, Libano). Le perdite umane straordinarie avvengono ogni giorno: in Iraq, in Libano. Anche in Israele, naturalmente. Le azioni di guerra antiterroristica intraprese da USA, UK e Israele si dimostrano ogni giorno più controproducenti, fomentano il terrorismo invece di combatterlo. Ogni bambino libanese morto per una bomba israeliana porta un carico di odio contro Israele ed i suoi alleati, che produce nuovi terroristi pronti a tutto. Il male produce il male, la violenza produce la violenza. Israele in Libano sta seguendo i soliti principi della strategia americana: distruzione delle infrastrutture (strade, ponti, aeroporti, centrali elettriche), attacchi a presunti obiettivi militari che spesso invece non lo sono, uso della forza aerea dove questa è totalmente inefficace. Non per nulla i lanci di missili su Israele sono via via aumentati, nonostante l'offensiva contro le postazioni di Hezbollah.

Ci si meraviglia che qualcuno voglia attaccare a casa loro Israele ed i suoi alleati, che da parte loro si ritengono autorizzati a bombardare ed invadere chi vogliono e quando vogliono?

Che però il piano che ci è stato descritto fosse davvero così minaccioso, si può senz'altro dubitare. Ha invece tutte le caratteristiche di un'operazione PsyOp dei servizi segreti: si vuole suscitare spavento nell'opinione pubblica inglese, che ormai non ne può più di Blair e del suo atteggiamento di totale servilismo verso gli Stati Uniti, e suscitare sospetto verso qualunque mussulmano, anche il più pacifico, individuando terroristi che sono "ragazzi della porta accanto". Lo scopo è risollevare il consenso per quelle operazioni militari che stanno diventando sempre più impopolari, oltre a costituire un'autentica motivazione per il terrorismo vero.

Per ottenerlo si costruisce un complotto con qualche decina di imbecilli fuorviati a cui si insegna un improbabile metodo per fare bombe con liquidi, per poi metterli nelle mani della polizia al momento giusto col massimo clamore mediatico. Il TG5 delle 20 dell'11 agosto ha riportato (non ho altre conferme mentre scrivo) che c'era un infiltrato dei servizi segreti nella cellula terroristica, intervenuto al momento giusto per fermarla... ma questo è perfettamente compatibile col quadro che ho descritto: questo gruppo di terroristi improvvisati è stato manovrato abilmente, ma da chi? al-Qa'ida, MI-5, MI-6, ISI (servizio segreto pakistano) o altri?

Notiamo che al-Qa'ida è stata immediatamente citata come mandante, aggiungendo che l'intera operazione è appunto di quelle che la misteriosa organizzazione predilige. Forse ci si riferisce all'11 settembre, perché altri esempi simili non se ne conoscono - gli attacchi di luglio 2005 a Londra, secondo le stesse autorità britanniche, furono compiuti da cellule indipendenti e non coordinate da al-Qa'ida. La mano che si riconosce sembra piuttosto quella di chi vuole mantenere vivo il mito di al-Qa'ida, questa volta attraverso un attentato sventato (per fortuna, non con uno vero). Il momento, poi, è ottimo, occorreva infatti distrarre l'attenzione dai disastri quotidiani del Libano e dell'Iraq.

Ci dicono poi che sono stati eseguiti arresti in Pakistan, dove sembra si trovasse la mente dell'organizzazione. Interessante notare il costante coinvolgimento di questo strano alleato dell'Occidente che sembra avere in casa propria la centrale o almeno una delle centrali del terrorismo islamico, oltre ad aver creato i talebani ed a fomentare il terrorismo contro l'India, in relazione con il conflitto per il Kashmir (i primi due punti sono fatti accertati, sul terzo i pakistani ovviamente negano, ma provate a chiedere un parere in India). Oltre infine ad essere l'unica potenza nucleare islamica al mondo: al Pakistan è permesso detenere le bombe atomiche, severamente proibite a tutti gli altri paesi mussulmani. Mentre i suoi cosiddetti territori tribali sono sostanzialmente nelle mani dei talebani, per i quali il confine afghano sostanzialmente non esiste... Del resto i talebani sono nati nelle madrasse del Pakistan, dove dovrebbero rifugiarsi se no?


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