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Il dibattito del forum della Repubblica mi ha indotto a scrivere questo intervento sulle analogie tra il conflitto del Kosovo e altri conflitti passati e presenti. Ciascun paragrafo contiene una lista di similitudini e alcune note critiche.
Il paragone non sta in piedi. Non si riesce a trovare l'equivalente del Kosovo, perché i nazisti non ebbero mai problemi di secessionismo, invasero invece vari paesi stranieri. La guerra fu cominciata appunto dai nazisti con varie azioni aggressive, ultima l'invasione della Polonia, non dalle potenze alleate in seguito ad una guerra civile in qualche provincia della Germania o alle persecuzioni contro gli ebrei. I partigiani combattevano le forze d'invasione in paesi stranieri invasi dalla Germania, per lo più non erano ebrei e cominciarono ad esistere solo durante la guerra. Non ci fu alcun movimento di ribellione ebraico in Germania, né prima né dopo l'inizio della guerra: gli ebrei tedeschi erano tutti onesti e leali cittadini della Germania. La persecuzione nei loro confronti fu un atto di barbarie aberrante e privo di paralleli storici, non solo per le dimensioni e la sistematicità diabolica, ma anche perché fu totalmente gratuita.
Questo paragone funziona invece abbastanza bene. La Palestina è la sacra terra d'origine degli ebrei, che per vicende storiche è stata occupata dal popolo arabo palestinese. Il Kosovo è la terra sacra dei serbi, occupata per vicende storiche (vedere anche sopra) da una maggioranza di albanesi. La coalizione dei paesi arabi ha più volte mosso guerra ad Israele con la motivazione di proteggere gli arabi palestinesi; questi da parte loro hanno fatto ricorso largamente al terrorismo tramite varie organizzazioni, che corrispondono se vogliamo alle correnti dell'UCK. Gli ebrei sono ridiventati maggioranza nel loro Stato espellendo i palestinesi. La maggioranza del popolo palestinese vive tuttora in campi profughi o comunque lontano dalle località d'origine.
Ma Israele ha potenti alleati, in grado di controbilanciare la superiorità numerica degli arabi.
La similitudine per certi aspetti è ancora migliore, soprattutto per il carattere ambiguo del PKK, simile a quello dell'UCK: organizzazioni che si ammantano di nazionalismo ma sono anche coinvolte in traffici tipici della criminalità comune. La repressione turca contro i curdi è sempre stata molto più dura di quella che adottavano i serbi contro i cossovari prima del conflitto con la NATO. Soltanto durante il conflitto i serbi hanno commesso atrocità analoghe a quelle dei turchi.
I precedenti storici sono invece diversi: la terra per cui i curdi combattono storicamente è sempre stata loro, anche se non è mai esistito uno stato curdo.
La differenza fondamentale, però, è che nessuno al mondo aiuta i curdi.
Il parallelo in parte funziona. L'IRA è un movimento terrorista che ha per scopo la separazione dell'Irlanda del Nord dal Regno Unito e la sua integrazione nell'Eire, come l'UCK vuole integrare il Kosovo nell'Albania; la polizia e l'esercito inglese, almeno in passato, hanno adottato contro di esso metodi repressivi che includevano sparatorie sui civili e torture ai sospettati, come hanno fatto i serbi contro l'UCK prima del 24 marzo.
I precedenti storici sono invece diversi, perché gli irlandesi cattolici sono nella loro terra d'origine, mentre i protestanti sono discendenti di convertiti o di immigrati (antichi) dalla Gran Bretagna; in Kosovo i discendenti di immigrati (molto più recenti) sono gli albanesi.
La differenza sostanziale, comunque, è che non esiste nessuna coalizione di stati in grado di bombardare Londra, per fortuna di inglesi e irlandesi. Dopo una guerra che durava in realtà da secoli, se partiamo dalle prime invasioni inglesi in Irlanda, si sta giungendo oggi alla pace.
Al di là di tutte le considerazioni storiche, c'è un punto in comune tra le due vicende, anzi un uomo.
Il 30 gennaio 1972 un reparto di paracadutisti inglesi aprì il fuoco su una manifestazione del Movimento per i diritti umani dell'Irlanda del Nord, uccidendo 13 persone e ferendone altre 13. L'episodio è noto con il nome di "domenica di sangue".
E' dimostrato che si trattava di una manifestazione pacifica e che nessun irlandese era armato, mentre i soldati inglesi spararono per colpire e non per intimidire. Questi sono i risultati di una recente inchiesta, condotta nell'ambito del processo di pace nell'Irlanda del Nord, dopo che l'inchiesta originaria si era conclusa nel nulla.
Nessuno ha pagato per questo crimine, né si conoscono ufficialmente i nomi dei militari inglesi direttamente coinvolti, in quanto le autorità inglesi, che li conoscono benissimo, hanno posto il veto alla loro rivelazione "per proteggerli da eventuali vendette". Sono però noti i nomi del comandante e del vicecomandante del reparto inglese a cui appartenevano i soldati che spararono sui dimostranti inermi: il tenente colonnello Derek Wilford ed il capitano Michael Jackson.
Il capitano Jackson ha fatto carriera fino al grado di generale, ed
oggi è il comandante della forza NATO in Kosovo.
Alberto Cavallo, 24 giugno 1999
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