Questo saggio scritto originariamente nel 2011 non ha perso un
briciolo di attualità. Ora la giunta pentastellata ha fatto dichiarare Torino città no-TAV, quindi la questione della Torino-Lione è più che mai centrale. Personalmente aderisco a tutte le iniziative che si stanno prendendo a favore dell'opera ed in generale della ripresa dello sviluppo, a partire dal gruppo Facebook Sì, Torino va avanti.
Ma qualcosa si muove! Oggi (10 novembre 2018) a Torino una folla immensa ha riempito piazza Castello debordando nelle vie adiacenti, per dire sì alla Torino-Lione ed in generale alle infrastrutture ed allo sviluppo. Io c'ero e mi ha colpito la grande presenza di bandiere europee: Torino ha fatto l'Italia, da qui può ripartire l'Europa. Tornerò sull'argomento: avevo dato l'Europa per morta, ma ora può rinascere.
Come spunto per l'inizio della discussione, prendiamo la questione
"No TAV". Il quotidiano La Stampa pubblicò il 1° luglio 2011
l'opinione contraria alla Torino - Lione di due professori
dell'Università, con il titolo "Il
futuro non passa da quella linea".
Questa è la mia risposta puntuale, inviata anche al direttore del
giornale ma non pubblicata, ora ritoccata per la pubblicazione.
Gentile Direttore,
vorrei rispondere ai punti sollevati nell'editoriale a firma di Ugo
Mattei e Livio Pepino, che esprime una posizione contraria alla
realizzazione della nuova ferrovia ad alta velocità in Val di Susa.
Punto 1: i progetti di infrastrutture si fanno sul futuro, non sul
presente o peggio sul passato. Non appena è disponibile un servizio
migliore, il suo uso cresce molto rapidamente, tanto che l'esito di
molti progetti dimostra che le previsioni iniziali erano
insufficienti per difetto.
Punto 2: occorre capire la differenza tra costi ed investimenti, se
non si capisce questo... Qui si tratta di creare lavoro e sviluppo,
quello che si "spenderà" pagherà il lavoro di chi costruisce
un'infrastuttura, creando lavoro in modo diretto, per chi realizza
l'opera, ed indiretto, consentendo lo sviluppo dell'economia. Non è
un "costo".
Punto 3: sì, siamo sicuri che un disagio temporaneo per alcuni
porterà un grande vantaggio per tutti, diminuendo l'uso di camion,
vetture ed aeroplani per un futuro molto lungo. Negarlo è solo
egoismo localistico. I lavori sono anche lunghi, ma l'opera servirà
molto più a lungo - se nel XIX secolo avessero ragionato così,
attraverseremmo le Alpi solo con i muli.
Punto 4: Non merita risposta, è retorica da bar.
Punto 5: Di confronti ce ne sono stati anche troppi, è ora di
lavorare.
Non c'è motivo al mondo per fermare un'opera che crea posti di
lavoro, sviluppo, ha un valore a lunghissimo termine, molto
vantaggiosa per l'ambiente perché diminuirà tutti i tipi di
traffico inquinante. Lo dimostra l'esperienza concreta dell'alta
velocità italiana, che oggi sta strappando vaste quote di mercato
all'auto ed all'aereo! Lo so bene perché ne sono un utente, non
considero più l'auto per andare a Milano, Bologna, Firenze e per
Roma la preferisco all'aereo. Anche a Napoli preferisco andare in
treno. Si potrebbero spostare su ferrovia anche gran parte delle
merci, se si volesse. Ma questi signori non erano i nemici del
traffico su gomma? La loro incoerenza è stupefacente.
Intanto gli svizzeri, che ci tengono all'ambiente del loro paese,
hanno completato nel 2016 la galleria di base del San Gottardo e stanno rapidamente allestendo la galleria del Monte Ceneri. Personalmente sono già andato da Milano a Karlsruhe attraversando in treno la galleria del San Gottardo che è del tutto paragonabile a quella progettata per la Val di Susa. Visitate il sito AlpTransit.
Non esiste opera pubblica in Italia per la quale non ci sia almeno
un movimento "No X". L'argomento base è che "X non serve ed è nocivo
per l'ambiente". Al posto di X ci può essere qualsiasi cosa: strade,
ferrovie inceneritori, centrali elettriche a carbone, centrali
elettriche a gas, campi eolici, impianti fotovoltaici, elettrodotti,
rigassificatori, impianti a biomassa ecc. ecc. Siamo il paese dove
il NIMBY (Not In My BackYard, non nel mio cortile del retro), vale a
dire l'opposizione a qualunque opera vicino a casa propria, è così
pervasivo che potremmo chiamarci Nimbya.
Il sistema giudiziario
amministrativo aiuta molto i comitati. I TAR (sigla di Tu Avrai
Ragione secondo uno dei miei maestri) fermano lavori dalle Alpi
alla Sicilia. Il fermo dei lavori è rapidissimo, i tempi del
contenzioso poi sono assai lunghi, col risultato che qualunque
opera va incontro ad uno di questi esiti:
non viene realizzata;
viene realizzata con ritardo di decenni e costi enormi;
rimane incompleta ed inutilizzabile;
viene stravolta al punto di essere poco utile.
L'autostrada Asti-Cuneo ne è un esempio. Finanziata la prima volta
nel 1998 non è ancora finita (in altri tempi, l'autostrada del Sole fu
fatta in 8 anni, dal 1956 al 1964, da Milano a Napoli). Il percorso
è assurdo, in quanto è il risultato di veti incrociati, richieste di
vari enti e privati, tentativi di riduzione dei costi. Quando sarà
finita servirà a poco. Così si darà ragione a quelli che la
consideravano inutile - in effetti il metodo dell'opposizione
aprioristica all'italiana riesce a realizzare le proprie previsioni:
l'opera, se è realizzata, diventa così costosa, tardiva e difforme
dal progetto originale che non serve più.
Ci sono comunque eccezioni. La dorsale ad alta velocità da Torino a
Napoli dopo tempi lunghissimi è adesso operativa, mancano soltanto
gli adeguamenti di alcuni nodi nelle principali città, e sta
dimostrando la sua utilità. La richiesta cresce costantemente ed il
treno è diventato il mezzo preferito per andare da Milano a Roma e
viceversa. Perché è comodo, consente di usare telefono, computer ed
Internet mentre si viaggia, ed i tempi sono paragonabili a quelli
dell'aereo se si considera che non occorre arrivare in stazione in
anticipo, non ci sono controlli di sicurezza assurdi (vedi anche un
nostro vecchio argomento) e si arriva
direttamente in centro città. Su percorsi più brevi, tipici
dell'Italia, come Torino-Milano, è ormai un servizio per i
pendolari, con treni zeppi al punto di non bastare più.
Certo ci sono voluti molti anni: i processi di approvazione sono
farraginosi, i contenziosi non si contano, le opere a favore delle
comunità attraversate costano quanto la linea se non di più.
Pensiamo infatti alle estensioni della rete ad alta velocità verso
Genova e Venezia/Trieste: una messa in dubbio come la Torino-Lione,
l'altra che va avanti a singhiozzo anche qui con mille
contrasti su tutto, a partire dal percorso. Visto l'enorme successo
della Torino-Milano, la Milano-Genova si può prevedere che sia
altrettanto importante, se non di più. Infatti Genova essendo un
porto non è un semplice punto di arrivo, a differenza di Torino che,
per volontà dei No TAV, è obbligata a rimanere un cul de sac. Almeno
per qualche decennio.
Vediamo che i programmi satirici della televisione spesso si
occupano di opere incompiute. Mai che si spieghi che cosa è successo
veramente.
L'esperienza della rete ad alta velocità (che si può abbreviare AV,
meglio che TAV che in origine è il nome di una società) dimostra
quanto possa crescere un servizio appena comincia a funzionare. In
tutti i paesi avanzati si è capito che le ferrovie veloci sono
un'ottima soluzione: concorrenziali in modo schiacciante con l'auto
ed a certe condizioni vantaggiose anche rispetto all'aereo. Così si
difende l'ambiente, creando una valida alternativa che porti la
gente ad abbandonare le vecchie soluzioni perché non sono più
valide, a favore di mezzi migliori per chi li usa, che però sono
vantaggiosi anche per la collettività e l'ambiente.
L'ideologia dei No X si basa su alcuni presupposti non dichiarati:
i mezzi "ecologici" devono essere scomodi e faticosi
le soluzioni "non ecologiche" devono essere penalizzate con
tasse, multe, proibizioni
lo sviluppo economico è un male
la tecnologia è nociva
a casa mia mi devono lasciare in pace, non voglio cantieri
sotto casa (NIMBY)
Per loro l'unico mezzo di trasporto ammissibile è la bicicletta
(anche se alle manifestazioni vanno in pullman). Vivono, a parole,
in un'utopia bucolica, non avendo la più pallida idea di che cosa
sia la vita veramente "naturale", cioè spaccarsi la schiena sui
campi (le macchine non ci devono essere), alzarsi ogni giorno
all'alba, non avere giorni di festa ecc. ecc. Per loro la vita
naturale è quella dell'accampamento No X, dove uno se la spassa
salvo i momenti in cui ci si scontra con le forze dell'ordine. O
forse anche in quei momenti, dato che ci sono persone che si
divertono con la violenza.
Prima di tutto perché dire no è facile. E' facile criticare e
trovare difetti in qualcosa che altri vorrebbero fare o stanno
facendo. Quello che è difficile è fare progetti concreti e poi
realizzarli. Chi in vita sua ha provato a lavorare sul serio, vale a
dire a realizzare qualcosa, sa benissimo che ci sono alcune regole
universali:
l'ottimo è nemico del buono;
non esiste un progetto senza difetti;
ogni soluzione ha i pro ed i contro;
ma anche il non fare ha i pro ed i contro;
una volta presa una decisione, non si può ridiscuterla
continuamente, si deve procedere.
Soltanto chi non ha mai
realizzato niente crede nei progetti perfetti e nelle soluzioni che
vanno bene per tutti. Chi lavora sa che arriva il momento in cui si
deve portare a termine la soluzione scelta, lasciando i
miglioramenti al prossimo progetto, altrimenti non si finisce mai.
Se si insegue l'ottimo, si ottiene il nulla.
Ma il fare nulla ha vantaggi e svantaggi esattamente come il fare
qualcosa. Perché significa semplicemente attenersi a soluzioni
vecchie in un mondo che cambia. Ad esempio, non fare le centrali
nucleari vuol dire fare qualche cos'altro, se non si vuole restare
con gli impianti attuali ed i loro problemi. Io sono d'accordo che
in Italia oggi il nucleare non conviene, però allibisco vedendo
l'opposizione feroce a tutte le alternative, a partire dal sole e
dal vento tanto sbandierati in funzione antinucleare. Vorrei far
notare che neanche le candele sono tanto ecologiche.
Però i No X non se ne curano: l'importante è fermare X sbandierando
qualcos'altro; la soluzione alternativa diventerà poi il nuovo X nel
momento in cui si comincia a perseguirla veramente - anche perché lo
farà qualcun altro, dato che i No X sanno dire no ma non sanno
progettare nulla.
Alle conseguenze del No non si pensa. Mancando la conoscenza del
mondo reale, si penssa che la soluzione arriverà da sé. In
particolare lo sviluppo economico è un male, si vive più felici
senza. Non si considera che questo "senza" include non solo gli
aspetti negativi, come lo sfruttamento eccessivo delle risorse,
l'inquinamento dell'ambiente, l'alienazione delle persone, e così
via, ma anche quelli positivi che diamo per scontati: le cure
mediche , le pensioni, i posti di lavoro, le macchine che ci tolgono
la schiavitù del lavoro manuale. Chi idealizza il passato non sa
quanto fosse dura, spiacevole e breve la vita soltanto ai primi del
'900. Ma con la popolazione attuale non si può neppure tornare
indietro di un secolo o due, perché tornando ai mezzi di allora ci
sarebbero miliardi di morti per fame.
E' inutile dire che ci sono morti di fame anche oggi. Sappiamo
quanto è ingiusto e ineguale il mondo in cui viviamo. Ma qui
parliamo di sviluppo contrapposto a deterioramento, e su questo non
ci dovrebbero essere dubbi. Non esiste la "decrescita", attuarla
condannerebbe l'umanità alla catastrofe. Appena spariranno le
generazioni che godono di laute pensioni e si esauriranno le
ricchezze accumulate nei decenni passati, i sostenitori della
"decrescita felice" ne proveranno gli effetti sulla loro pelle, e
non sarà un bel risveglio.
E' possibile realizzare piccole isole utopistiche solo perché tutto
il mondo attorno funziona ancora. Ben diverso sarebbe se tutto il
mondo fosse così! E' come il caso dell'"autosufficienza energetica":
chiediamoci se poi chi la attua si stacca dalla rete elettrica
nazionale. La risposta è no, perché la rete nazionale deve essere lì
per venire in soccorso quando il sistema autosufficiente non ce la
fa. Anzi, quasi sempre l'autosufficienza è solo virtuale: il
bilancio in un dato periodo è in equilibrio soltanto perché in certi
momenti si cede energia alla rete ed in altri la si preleva. Ad
esempio si cede energia prodotta col sole di giorno e si acquista
energia di notte, con bilancio pari. Senza la rete cadrebbe tutto
miseramente. Il nostro ecologista in pantofole che si vanta di
produrre più energia di quella che consuma in realtà di sera accende
la luce e la TV con energia prodotta... nelle centrali nucleari
francesi. E poi come potrebbero esistere i pannelli fotovoltaici
senza un'infrastruttura industriale che li produca? Il nostro
ecologista non sa bene quale sia il percorso completo che dalla
sabbia silicea porta al modulo fotovoltaico. Non considera che ci
sono grandi industrie che divorano energia per estrarre e purificare
il silicio e le terre rare ed infine produrre i moduli, industrie
che esistono perché ricevono energia da... combustibili fossili e
centrali nucleari.
Non si creda a questo punto che io sia contro le fonti energetiche
rinnovabili. Anzi, sono terribilmente a favore. Ma contesto la
visione utopistica che poi porta ai movimenti No X. Il punto è che
per migliorare l'ambiente in cui viviamo le infrastrutture
servono. Mentre i No X dicono esattamente il contrario.
Del resto oggi è forte il movimento No X in cui la X di turno sono
proprio gli impianti fotovoltaici! Come dicevo prima, appena la
soluzione alternativa che è servita alla fase No X precedente (ad
esempio no al nucleare col sole che ride) comincia a diffondersi nel
concreto (vaste distese di moduli fotovoltaici), diventa oggetto di
un nuovo movimento oppositore.
Questa è la migliore dimostrazione di quanto siano irragionevoli
questi movimenti.
In un mondo ideale, per essere No X si deve essere Sì Y, ma sul
serio, con un progetto sostenibile, non uno pretestuoso che si
abbandona appena ottenuto lo scopo di fermare X. Nel mondo reale è
facile reclutare persone in buona fede con le motivazioni più
assurde, basate sul fatto che si tratta di problemi complessi che la
maggioranza non capisce. E' facile ottenere che gli abitanti di un
paese si oppongano ad un'opera, se si sbandierano gli effetti
negativi veri o presunti, specialmente poi se sono un po' misteriosi
e spaventevoli. Così il leader No X ottiene il suo momento di gloria
e di potere, mentre i cittadini fanno del male a se stessi senza
capirlo.
La facilità con cui si reclutano persone innocenti per qualunque
iniziativa No X è però dovuta oggi anche a motivi più seri e più
gravi di quelli che abbiamo esposto nel capitolo precedente. Il
fatto è che la politica, l'economia e la scienza sono sempre più
screditate presso la popolazione, per motivi seri e fondati.
Il prevalere su tutto del sistema finanzario e del denaro (virtuale)
come unica motivazione ed unica misura del successo ha ormai
corrotto la nostra civiltà in modo estremamente profondo. Perfino la
scienza, come dicevo, ha perso la credibilità perché è luogo comune
che se uno scienziato espone una tesi, lo fa perché le sue ricerche
sono pagate da qualche industria o qualche gruppo di potere. Casi di
questo genere sono emersi davvero, rendendo cinica l'opinione
pubblica. Il fatto è che non si ha più un riferimento: non potendo
essere competenti su tutto, siamo perduti perché non sappiamo più di
chi fidarci quando non abbiamo conoscenze di prima mano.
Ma l'ignoranza del metodo scientifico fa sì che si dimentichi
che proprio il metodo porta alla luce le frodi, dove ci sono.
La risposta consiste dunque nel difendere la libertà di ricerca, in base al principio
che ogni risultato deve essere riproducibile - il che implica la pubblicità dei metodi.
Sta bene la ricerca fatta o finanziata dalle aziende, ma il primo promotore
della ricerca deve essere lo Stato, vale a dire la collettività.
Il sistema dei media, poi, fa leva esclusivamente sull'emotività e
mai sulla ragione. I principali strumenti utilizzati sono la paura
ed il senso di appartenenza, i più efficaci quando si vuole
influenzare chi vive nelll'incertezza. E' una naturale reazione
difensiva ritrarsi nella propria comunità ristretta ed opporsi a
tutto ciò che può sembrare minaccioso.
L'intero mondo politico è
incapace di esprimere un qualsiasi progetto, si accapiglia per la
difesa di interessi privati di una grettezza agghiacciante. Ho già
detto altrove che un personaggio come Berlusconi era moralmente
inadatto al ruolo di capo del governo: il suo comportamento
personale, anche se risultasse non legalmente perseguibile, era
comunque inaccettabile. Vogliamo renderci conto che siamo stati
governati da un ultrasettantenne che organizzava festini erotici? Uno
che ogni minuto pensava solo al suo ego smisurato ed ai suoi interessi
personali? Uno che insultava l'elettorato e l'intelligenza stessa un
giorno sì e l'altro anche?
Poi è venuto Renzi che si è suicidato politicamente con una riforma costituzionale
inaccettabile bocciata dall'elettorato e che ha finito col distruggere il PD
per volerlo dominare completamente.
In questo contesto i No X si sentono l'avanguardia dell'indignazione
popolare, anche quando si oppongono ad opere utili o addirittura
indispensabili per il Paese. Non essendo credibili i politici che le
sostengono, tutte le opere pubbliche possono essere additate come
inutili, dannose e pericolose. Il M5S si serve largamente dei No X,
anzi ne è diventato il vero referente politico.
Ora con il successo dei 5 stelle nelle elezioni prima amministrative e poi politiche
abbiamo i No Tutto ad amministrare grandi città ed anche al governo, con esisti potenzialmente
disastrosi per la nazione.
E che cosa stanno facendo? Fermano le opere infrastrutturali ed incrementano il deficit
del bilancio statale. Io non dico qui che la spesa in deficit è sempre un male, può essere utile se porta sviluppo, essendo appunto utilizzata per realizzare le infrastrutture. Ma questi la usano per lo "stipendio di cittadinanza". Certo l'aiuto a chi è senza lavoro va benissimo, però chiamiamolo col suo nome: sussidio di disoccupazione.
Questo è un altro modo in cui i vergognosi politici che affliggono
il paese producono danno non solo al presente ma soprattutto al
futuro dell'Italia. Senza dubbio siamo un caso estremo tra i Paesi
più industrializzati. Somigliamo maggiormente al Nordafrica, dove i
popoli si sono sollevati contro i loro governanti senescenti e
corrotti. Purtroppo l'esito sembra oggi totalmente fallimentare,
tuttavia rimane la valutazione su chi ha coraggiosamente tentato di cambiare
le cose. E' stato il primo tentativo, verrà il giorno in cui ci riusciranno.
C'è però una differenza profonda tra la "primavera araba" e la
nostra situazione. Nel Nordafrica e nei paesi arabi c'è stata una rivolta
del Sì, sì alla democrazia, sì alla modernizzazione, sì allo
sviluppo, perché la consapevolezza dell'opinione pubblica è
cresciuta e si vuole uscire dal sottosviluppo. Noi viviamo
l'opposto: avendo noi ancora molti privilegi e ricchezze, la paura
ci induce al No. I giovani arabi sono pronti a costruire con le loro
mani ciò che i giovani italiani vogliono fermare.
Non dico questo per ciò che leggo sui giornali o su Internet, ma per
aver incontrato di persona giovani di vari paesi e confrontato il
loro modo di pensare e di agire. I giovani italiani in maggioranza
sono demotivati, attenti all'interesse immediato, poco inclini allo
studio, senza progetti per il futuro. I giovani di altri paesi sono
volonterosi, attivi, se manca loro una nozione la acquisiscono
avidamente, pensano al lungo termine e non al breve, sono anche più
abili nel fare il loro interesse immediato e tenaci nel difendere i
diritti.
Sembra davvero che abbiamo i politici che meritiamo. Ma ci stiamo
svegliando? Per ora vedo solo confusione.
Al TRENO dunque si oppongono? Trasporto collettivo, elettrico, non inquinante, contrapposto
al trasporto su gomma, inquinante, ingombrante, inefficiente.
Forse perché si parla di treni veloci e comodi, mentre per loro i trasporti devono
essere lenti e scomodi? Perché pongono l'alternativa tra treni
veloci e trasporto locale? Ma non c'è, non è un'alternativa. Non è
che non facendo l'alta velocità migliorano i treni locali, i
finanziamenti andranno semplicemente persi. E poi qui si tratta di
LAVORO per tante persone, non di sprechi. Si tratta di un'opera per
il FUTURO, non per il traffico di oggi.
Pensiamo anche ai rigassificatori, tutti col loro movimento No
rigassificatore. E al gasdotto TAP. E' possibile che non si sappia che non sono
inquinanti? E' possibile che non si capisca il collegamento con il gas che
abbiamo in casa e con cui cuciniamo e ci scaldiamo d'inverno? Ma da
dove credono che venga, il gas? Hanno paura del rigassificatore o del gasdotto
e non del gas che hanno in
cucina? e sotto le strade di ogni città?
Il nucleare no, fa paura e l'abbiamo bocciato. Il carbone no,
inquina. Il gas no, scoppia. Le biomasse no, sono uguali agli
inceneritori. L'eolico no, rovina il paesaggio. Il fotovoltaico no,
sostituisce i campi di pomodori. Che cosa volete, agricoltura
manuale e illuminarvi con le candele? Rinuncereste al telefonino e
alla TV? A quello no, ma i ripetitori sono pericolosi. Lo avete
capito che per far funzionare i telefonini (e la TV) ci vogliono i
ripetitori?
Mi chiedevo, vedendo i filmati su Mussolini, come potessero gli
italiani seguire un pagliaccio simile. Eppure eccoci qui a seguire
un'intera compagnia di pagliacci.