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L'importanza di non votare (questa volta)



Pagina pubblicata il 6 marzo 2010

Indice


Alla pagina generale sulla politica italiana


Cattive premesse

Il 28 e 29 marzo 2010 si terranno le elezioni regionali e provinciali in gran parte d'Italia. Il clima politico era già sufficientemente deteriorato, anzi avvelenato, ma in questi giorni si è aggiunto il grottesco caso della mancata presentazione della lista del Pdl nel Lazio e della sua esclusione in Lombardia. Ora il governo sta preparando un decreto legge per riammettere entrambe le liste alla competizione elettorale. Ma non è di questo episodio, un altro della lunga serie collegata alla convinzione della parte politica attualmente al governo di essere al di sopra di qualsiasi regola in virtù del "mandato dei cittadini". Sembra che a forza di disprezzare le regole ormai non le conoscano nemmeno più, tanto da fallire clamorosamente in semplici atti amministrativi.

Si tratta ancora di un altro episodio di incompetenza da un lato, arroganza dispotica dall'altro. Neanche più sanno che cosa siano le regole ed a che cosa servano, l'importante è curare i propri interessi neanche più alle spalle, ma in piena vista di tutti. La situazione è gravissima in generale: la maggioranza di governo rifiuta il concetto stesso di stato di diritto ponendosi costantemente al di sopra di ogni regola e di ogni istituzione di controllo, mentre la minoranza si mostra totalmente incapace da un lato di opporsi agli abusi, dall'altro di proporre alla cittadinanza qualcosa di costruttivo.

L'opposizione, infatti, anziché concentrarsi su proposte riferite concretamente alle necessità (gravi) della cittadinanza non fa altro che rincorrere le posizioni di potere, in una lotta costante al proprio interno forse più che contro la maggioranza. Pensiamo al caso della Puglia, dove il partito Democratico ha tentato di estromettere uno dei pochi candidati di autentico valore (Vendola) in nome dei giochi di partito - salvo poi scontrarsi con la chiarissima volontà contraria dell'elettorato. Non poteva esserci dimostrazione più chiara del disprezzo per i propri elettori che nutrono non soltanto gli esponenti principali del Pdl, ma anche quelli del PD. Non stiamo a soffermarci poi sulle vicende della candidatura di Emma Bonino nel Lazio - il tentativo di imporre sempre e soltanto candidati "di sistema" è stato sempre presente, salvo fallire nei casi più clamorosi. In Piemonte ad esempio ha prevalso la candidatura "partitica" contro ogni possibile tentativo di proposte migliori.

Ciò che unisce dunque destra e sinistra è la tendenza ad imporre le candidature e richiedere agli elettori di comportarsi da ordinati pecoroni votando, in base a puri criteri di appartenenza, i candidati scelti dall'alto. La democrazia, con questo, ha poco a che fare.

Ormai, però, l'appartenenza politica somiglia soltanto al tifo calcistico: non ha nessuna motivazione, se non la fedeltà ad una bandiera priva di qualunque contenuto morale o anche d'interesse. La prevalenza del calcio come intrattenimento popolare si inquadra bene in un metodo generale di lobotomizzazione delle masse, che devono essere indotte a muoversi secondo slogan e reazioni viscerali, mai con la ragione.


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Ragioni per non votare

Finora avevo sempre sostenuto che, per quanto le leggi elettorali e le condizioni del voto siano negative, si deve sempre votare per non rinunciare a quel minimo potere d'influenza di cui ancora disponiamo come cittadini.

Ma questa volta credo che sia giunto il momento di dare un segnale chiaro all'intero sistema politico, attraverso un vero e proprio sciopero del voto.

Questa volta, è meglio non andare a votare!

E dico di non andare, non di votare scheda bianca o nulla. Salvo che nelle regioni dove effettivamente ci sia qualche candidato meritevole di considerazione (magari Lazio e Puglia). Affrontiamo sistematicamente motivi ed obiezioni.

Perché non votare scheda bianca o nulla?
Perché le schede bianche facilitano i brogli, ed in generale il conteggio delle bianche e delle nulle non viene posto in rilievo. La scarsa affluenza alle urne risulta evidente subito ed è più difficile da nascondere. Nei notiziari non sarà facile non commentare l'astensione, mentre una gran quantità di bianche e nulle può essere taciuta.

Non si rischia di far vincere i partiti più lontani dalle nostre posizioni?
E' evidente che i due principali schieramenti sono assai poco differenti. Salvo casi particolari, ad esempio la Puglia, chiunque vinca andrà ugualmente male. Nella maggior parte delle regioni non è importante chi vincerà, ma è molto importante che tutti gli schieramenti politici capiscano di non rappresentare più i cittadini. La risposta successiva introduce un'ulteriore considerazione.

Perché non votare per gli schieramenti "non di sistema"?
L'UDC, dove si presenta separatamente, non si può considerare non di sistema: sta cercando di ricostituire la DC ai danni degli altri due schieramenti, proponendosi come forza moderata indispensabile per governare. Tutto questo non è nell'interesse dei cittadini, si tratta di un gioco di potere vecchio ed estraneo all'interesse dell'Italia.
L'Italia dei Valori è infiltrata da elementi della stessa bassa politica a cui dice di opporsi, è schierata col PD e si è votata anch'essa all'insulto più che all'opposizione dura.
L'estrema sinistra è la causa storica dell'incapacità di governare della sinistra. E' un residuo ideologico fossile, orfano del marxismo si rivolge oggi alle due ideologie "popolari" rimaste: l'ambientalismo e il NIMBY (not in my backyard, il rifiuto di qualsiasi realizzazione tecnica nelle vicinanze della propria residenza). Come tale, può soltanto opporre veti e fare proposte prive di contatto con la realtà.
Anche il movimento di Beppe Grillo - in fondo doveva sorgere, in una politica fatta da buffoni un buffone autentico è re -  è ormai appesantito dagli stessi residui di ex marxisti convertiti all'ambientalismo, specie in versione NIMBY.
Il mio invito si rivolge a chi non si sente rappresentato neppure da questi movimenti, al di là delle considerazioni su ciascuno di essi.

Perché le altre volte hai detto di andare a votare comunque?
Se si trattasse di elezioni politiche direi comunque di votare, perché il parlamento nazionale è troppo importante, si deve evitare che possa formarsi una maggioranza qualificata capace perfino di cambiare la Costituzione. Ma qui si tratta di elezioni regionali e provinciali, abbastanza importanti da colpire la classe politica ma non tanto da causare un rischio inaccettabile qualunque sia il risultato.
Se l'affluenza sarà veramente bassa, il segnale risulterà chiaro e forse si potrà ottenere qualcosa, in occasione del prossimo appuntamento elettorale: qualcuno almeno proverà a proporsi in modo credibile (almeno speriamo).

Che cosa vogliamo ottenere?
Impressionare i politici in modo che almeno alcuni ricomincino a pensare che per essere votati occorre pensare alle proposte politiche concrete ed ai valori, che i cittadini rifiutano persone ripiegate su gretti interessi se non ladrocini.

Non è una posizione di parte. Dobbiamo far sì che perfino termini come "destra" e "sinistra" riacquistino significato.

Che la destra sostenga i valori della destra: legge, ordine, merito, onore - non gli interessi personali dei capi al di sopra di tutto ed il disprezzo per regole ed istituzioni.
Che la sinistra sostenga i valori della sinistra: solidarietà, uguaglianza, difesa delle parti sociali deboli - non il vuoto ideale al servizio del potere delle gerarchie di partito.

E tutti sostengano i valori irrinunciabili dell'onestà e del rispetto per le persone, le leggi e le istituzioni.


Se così fosse potremmo votare serenamente per chi riteniamo migliore. Credo che questo appello assolutamente non schierato possa essere raccolto da tutti. I valori non sono tutti equivalenti, per ciascuno di noi, ma dobbiamo averne, e di tutti abbiamo bisogno. In un sistema politico sano a volte si da più importanza ad un valore, a volte ad un altro, sempre nel rispetto di tutti: questo dev'essere il significato dei diversi schieramenti, non il tifo in stile calcistico o peggio il disprezzo e l'odio reciproco che oggi vediamo dilagare. Qui si invita ogni cittadino ad adoperarsi per i valori in cui crede, per la crescita civile della nazione, ed a rigettare una classe politica corrotta e priva di qualsiasi valore.

Alberto Cavallo

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